DAS LAMM

Wolfgang Staudte

T. alt.: Wenn der Morgen kommt. Sog.: dal racconto omonimo (1929) di Willy Kramp. F.: Götz Neumann. Scen.: Frank Leberecht. M.: Klaus Dudenhöfer. Scgf.: Johannes Ott. Mus.: Peter Thomas. Int.: Ronald Dehne (Bernd), Elke Aberle (Elli), Dieter Kirchlechner (Heiner), Ulrich von Bock (Conny), Willy Leyrer (Ellis Vater), Hans Schalla (Dalmann), Helga Siemers (Dame). Prod.: Hermann Schwerin per Fono-Film GmbH 35mm

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Das Lamm è probabilmente il più anomalo tra i film anomali di Staudte – definizione che ben si addice all’allegoria edificante di un ragazzo speciale che impara alcune delle lezioni più dure della vita passeggiando con l’amore, la morte e un agnello bianchissimo attraverso il crepuscolo, la notte e l’alba di una valle della Ruhr che spesso sembra un mondo da fiaba. 
Quasi ogni aspetto di questa produzione è peculiare. Iniziamo con l’autore del materiale di partenza del film: Willy Kramp, scrittore vicino all’establishment protestante locale, soprattutto ricordato (insomma…) per essere stato una presenza occasionale nel più vecchio programma religioso della tv della RFT, Das Wort zum Sonntag. Lo sceneggiatore è un altro caso estremo: Frank Leberecht, regista di due reportage sull’alpinismo carichi di implicazioni politiche, Nanga Parbat. Ein Kampfbericht der deutschen Himalaya-Expedition 1934 (1935) e Eingeschneit in Lager IV (1943), nonché co-regista insieme a Gerhard Fieber del classico d’animazione nazista Armer Hansi (1943). Dopo il 1945 lavorò solo a film educativi e a cortometraggi sponsorizzati, tra i quali si ritrovano i classici Impuls unserer Zeit (1959) di Otto Martini e Abenteuer Farbe (1969) di Ferdinand Khittl. Per la stampa di allora il più meritevole d’attenzione, se non altro per ragioni politiche, era il direttore della fotografia, il fedelissimo della DEFA Götz Neumann, che aveva lasciato la RDT nel 1961 e aveva finalmente la possibilità di lavorare per una produzione della RFT. 
Ma Das Lamm è un’anomalia anche dal punto di vista dell’ambientazione: considerando l’importanza della valle della Ruhr, cuore industriale della giovane nazione e dunque sua principale fonte di ricchezza, è strano che lì non si girassero molti film, nemmeno quelli che vi erano ambientatii… Questo fa di Das Lamm un film molto speciale. Nessun altro film di quel periodo mostra così tanto di quel paesaggio: abbracciandolo, celebrandolo in tutti i suoi contrasti e le sue contraddizioni. Das Lamm rivela l’infuocata bellezza delle acciaierie e la quiete pastorale dei grandi prati, i poveri ma orgogliosi insediamenti operai e le ville che i capitani d’industria costruirono come monumenti alla loro gloria

Olaf Möller

Copia proveniente da

Per concessione di Beta Film