JIA ZHANG-KE. A GUY FROM FENYANG

Walter Salles

Scen.: Walter Salles, Jean-Michel Frodon. F.: Inti Briones. M.: Joana Collier. Prod.: Maria Carlota Bruno per VideoFilmes. DCP.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Xiao Wu, il primo film di Jia Zhang-ke, ha debuttato al Festival di Berlino nel 1998, l’anno in cui ho partecipato per la prima volta alla Berlinale (con Central do Brasil). Quando ho visto Xiao Wu e poi Platform sono stato conquistato dal talento visionario di Jia Zhang-ke. A volte dubitiamo che il cinema sia ancora il luogo in cui andare per comprendere meglio il mondo che ci circonda. I film di Jia Zhang-ke sono fondamentali per cogliere la complessità della cultura che svelano. Jia Zhang-ke ha riportato il cinema al suo posto: al centro della discussione. The World e Still Life hanno riaffermato e approfondito quella percezione. Per un crescente numero di cinefili Jia Zhang-ke è diventato il cineasta più importante del nostro tempo. È stata questa consapevolezza a unirci – Leon Cakoff e Renata de Almeida della Mostra Internacional de Sao Paulo, Jean-Michel Frodon e io. Nel 2007 Leon e io abbiamo intervistato Jia Zhang-ke alla Mostra de Sao Paulo, pensando già a un libro e a un documentario su questo straordinario regista. Per Jia Zhang-ke il cinema è uno strumento con cui registrare una memoria che rischia la cancellazione, la brutalità del vivere contemporaneo, ciò che è condannato a scomparire. I suoi film offrono ritratti di gente comune, di coloro che – parole sue – sono “non detentori di potere” in un mondo che si sta disintegrando a ritmo accelerato. I suoi film sono anche un luogo in cui un’intera generazione esprime i desideri e le ansie della sua epoca. Alla fine di Still Life vediamo un uomo che cammina su una corda tesa tra due edifici. La corda e la sua precarietà, con l’uomo che affronta qualcosa che sembra più grande di lui, rappresentano forse il punto d’incontro di tutti i personaggi dei film di Jia Zhang-ke. In momenti come questo capiamo che i film sono fatti di una materia che trascende una specifica geografia fisica o umana. I suoi personaggi verranno anche dallo Shanxi, ma le loro ricerche esistenziali non hanno confini e riguardano tutti noi. 

Walter Salles

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