NEUN LEBEN HAT DIE KATZE

Ula Stöckl

Scen.: Ula Stöckl. F.: Dietrich Lohmann, Thomas Mauch. M.: Wolfgang Schacht. Mus.: Bob Degen, Fred Braceful, Manfred Eichler. Int.: Christine de Loup (Anne), Jürgen Arndt (Stefan), Antje Ellermann (Kirke), Alexander Kaempfe (Sascha), Elke Kummer (Ehefrau von Stefan), Hartmut Kirste (Manfred), Wolfgang von Ungern-Sternberg (amico di Stefan), Heidi Stroh (Gabriele). Prod.: Ula Stöckl, Thomas per Mauch Filmproduktion Ula Stöckl, Thomas Mauch, Arri Film & TV. DCP. D.: 91’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Monaco, estate 1967. La giornalista Katharina riceve la visita dell’amica francese Anne. Le due donne fanno gite, frequentano caffè, amici e feste. In questi contesti e attraverso i loro discorsi esplorano una possibile emancipazione delle donne in una società dominata dagli uomini. Al centro di questo film dalla narrazione episodica ci sono cinque differenti tipologie femminili. Secondo Christa Maerker si tratta del primo film femminista della Repubblica Federale Tedesca, mentre per Frieda Grafe il film mostra come “noi donne siamo vissute dagli altri, invece che da noi stesse”. All’epoca, a causa del fallimento della casa di distribuzione, Neun Leben hat die Katze non fu distribuito in sala. La Deutsche Kinemathek, in collaborazione con la casa di distribuzione Basis-Filmverleihlo, l’ha riportato alla luce negli anni Novanta, in una versione tratta dall’unica copia Technicolor conservata. In seguito, nel 2014, ARRI ha digitalizzato la pellicola partendo dai negativi originali Techniscope, preservando l’incredibile gamma dei colori originali.

Martin Körber

Copia proveniente da

Restaurato nel 2014 da Deutsche Kinemathek grazie al contributo di The Federal Government Commissioner for Culture and the Media presso il laboratorio ARRI a partire dal negativo originale Techniscope