HAI SHANG HUA

Hou Hsiao-hsien

Sog.: dal romanzo The Sing-song Girls of Shanghai (1892) di Han Bangqing. Scen.: Eileen Chang, Chen Tien-wen. F.: Ping Bin Lee. M.: Ching-Song Liao. Scgf.: Wen-Ying Huang. Mus.: Yoshihiro Hanno. Int.: Tony Chiu-wai Leung (Wang), Michiko Hada (Crimson), Michelle Reis (Emerald), Carina Lau (Pearl), Jack Kao (Luo), Vicky Wei (Jasmin), Hsuan Fang (Jade), Annie Shizuka Inoh (Golden Flower), Ming Hsu (Tao). Prod.: Shozo Ichiyama, Yang Teng-kuei per 3H Productions, Shochiku. DCP. D.: 113’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il tredicesimo film Hou Hsiao-hsien, si discosta con audacia dai lavori precedenti. È il suo primo film a essere ambientato completamente al di fuori di Taiwan, soggetto implicito o esplicito dei suoi titoli precedenti, in particolare quelli della trilogia composta da Città dolente (1989), Il maestro burattinaio (1993) e Good Men, Good Women (1995), ma anche l’allegoria agrodolce di Son’s Big Doll, suo influente contributo al film a episodi The Sandwich Man (1983). Dopo essersi concentrato prevalentemente su famiglie e paesaggi, Hou confeziona un Kammerspiel tutto ambientato nei bordelli della Shanghai di fine Ottocento e adattato da un romanzo di Han Bangqing dal suo sceneggiatore abituale, Chen Tien-wen.
Hou ha già mostrato notevoli affinità stilistiche con Yasujiro Ozu. Qui abbiamo un film in cui i piani sequenza, i movimenti di macchina e la tematica legata al mondo della prostituzione suggeriscono un Kenji Mizoguchi privo di melodramma. Ma nella misura in cui i film precedenti di Hou affrontavano questioni di identità – storiche ed esistenziali – legate al passato di Taiwan, Paese occupato e colonizzato a più riprese da Cina, Giappone e Stati Uniti, Hai shang hua ritrova tematiche simili nelle interazioni tra prostitute (le ‘ragazze fiore’), madame (o ‘zie’) e clienti ricchi e potenti.
È tipico dell’atteggiamento distaccato di Hou nei confronti di potere, economia e sentimenti il fatto che tra quelle interazioni il regista non includa i rapporti sessuali, scegliendo invece di concentrarsi su conversazioni stimolate da cibo, tè e oppio. Inoltre disperde la nostra attenzione tra vari bordelli, ragazze, madame e clienti senza incoraggiarci a soffermarci su una figura particolare.

Jonathan Rosenbaum

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2019 da Shochiku in collaborazione con Shanghai International Film Festival grazie al contributo di Jager-LeCoultre presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire dal negativo originale 35mm