POLIDOR
Scen., M.: Marco Giusti, Claudio Del Signore, Alessia Lionello. Prod.: Rai Teche. DCP. D.: 33’ Bn e Col.
Scheda Film
Diciamo che è la storia di Ferdinand Guillaume (Bayonne, 1887 – Viareggio, 1977), rampollo di ben sei generazioni di circensi, star comica dei primi anni del muto, detto Tontolini alla Cines (1909-1911) e Polidor quando si spostò alla Pasquali Film (1911-1915). Un nome che lo seguì anche quando lasciò il cinema per il teatro, e che riprese quando Federico Fellini lo volle per Le notti di Cabiria e La dolce vita, rilanciandolo come vecchio caratterista felliniano.
Ma è anche la storia di suo fratello Natale (Genova, 1888 – Napoli, 1920), col quale formò un duo comico a teatro, Les Guill Guill, che lo seguì alla Cines, che poi diventò Cocciutelli e Florindo alla Milano Films (1911) e morì tragicamente a Napoli nel 1920 durante le riprese aeree di un lungometraggio diretto dallo stesso Polidor con la donna forzuta Astrea. E in tutto il mondo venne divulgata la notizia che era invece morto proprio Polidor.
Ed è infine la storia del loro fratello minore Edouard (Carcassone, 1892 – Trenton, New Jersey, 1965), grande clown del Ringling Bros & Barnum and Bailey Circus dal 1923 al 1950 proprio col nome di Polidor the Clown, generando non poca confusione. Édouard, emigrato in Sudamerica nel 1913 per non fare la guerra, prese il nome di Polidor nel dicembre del 1920 col circo cubano Santos&Artigas, proprio quando in tutto il mondo venne divulgata la ‘falsa’ notizia della morte di Polidor. Con lo stesso nome arrivò in America diventando l’idolo dei bambini.
Ma il 10 ottobre del 1961, Polidor the Clown, vecchio e malato, uccise con due colpi d’ascia e cinquanta coltellate la sua compagna, Elena Gabrielle Nelson, che non lo voleva più, e il nome di Polidor ritornò tragicamente alla ribalta. Così Lello Bersani andò a intervistare il ‘nostro’ Polidor, che in quei giorni stava girando con Fellini Boccaccio 70 e non vedeva il fratello da più di cinquant’anni. Grazie al materiale conservato negli archivi della Rai, come il documentario che gli dedicò Ennio Flaiano nel 1973, è lo stesso Ferdinand a raccontarci la sua storia.
Marco Giusti