ELLA MAILLART – DOUBLE JOURNEY

Antonio Bigini, Mariann Lewinsky

F: Ella Maillart. Voce: Irène Jacob. DCP. Bn e Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Estate 1939. L’esploratrice e fotografa Ella Maillart e la scrittrice Annemarie Schwarzenbach partono da Ginevra in macchina, con il Kafiristan come destinazione. Ella Maillart – Double Journey è la storia di un’amicizia particolare, di una fuga dall’Europa, dalla Ginevra del 1939, con già i prodromi di quello che sarà l’incubo nazista. Le due donne, intellettuali, ribelli si gettano in un’avventura. Si cerca l’esotico, l’incontaminato, il lontano, tutto ciò che possa mettere un muro tra l’Oriente e l’Europa nella quale ormai sarà difficile tornare, tanto forte è lo spettro del Male incombente.
ll film di Bigini e Lewinsky è composto dai diari e dalle lettere che la Maillart scrive durante il viaggio, accompagnate e montate superbamente insieme alle foto e ai 16mm realizzati nei lunghi viaggi. Proprio attraverso filmati eccezionali e fino ad ora inediti, Ella Maillart – Double Journey racconta in soggettiva una delle grandi esploratrici del ventesimo secolo in un momento cruciale della sua vita. Narrato dalla voce di una grande attrice, Irène Jacob, è un film ipnotico, dilatato, un viaggio nella mente di una donna dalla sensibilità superiore che difficilmente si sarebbe accontentata di una vita borghese a Ginevra. Per tutto il documentario (certamente non inteso nel senso classico del termine) si ha una sensazione di materico e di fisico; si percepiscono le sensazioni, i pensieri e i sogni delle due donne durante il viaggio.

Duccio Ricciardelli

Il film nasce da un precedente progetto, dedicato al restauro dei filmati in 16mm girati da Maillart. Come presentare questo materiale problematico, a malapena montato, prezioso ma muto? L’abbondanza di documenti d’archivio inediti suggeriva un’edizione storico-critica, ma la bellezza e la forza espressiva dei testi e delle immagini hanno imposto una direzione diversa, un nuovo film.

Mariann Lewinsky

 

 

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