Billy Wilder, tra dramma e commedia

Moderne, spregiudicate, dal ritmo travolgente, basate sul meccanismo del rovesciamento e del travestimento, le commedie di Billy Wilder sono percorse sempre da una vena di malinconia e amarezza.

La critica a lui contemporanea ha spesso definito cinico il suo cinema, tuttavia Wilder non amava questa definizione. Il suo era certamente uno sguardo critico nei confronti della società americana, delle sue contraddizioni, tuttavia l’ironia con cui il regista sapeva svelarne i limiti era piuttosto frutto dello sguardo mitteleuropeo che gli era proprio.

Anche ne L’appartamento, come in altri film, dramma e commedia vengono sapientemente miscelati, e così la storia di un impiegatuccio disposto a svendere la propria casa per far carriera diviene una strenua apologia della dignità umana.

I meccanismi del rovesciamento e del travestimento cari al regista, mutuati dal maestro Ernst Lubitsch, tornano anche in questo film in cui tutto sembra essere frainteso: l’appartamento del protagonista somiglia piuttosto a una camera d’albergo, Baxter viene scambiato per un seduttore, ma è in realtà un uomo solo e impacciato, il dottor Dreyfus appare come un vicino stizzito ma si rivela essere un uomo di buon cuore.

Tutti elementi, questi, che amalgamati in una perfetta costruzione narrativa fanno de L’appartamento una delle più incantevoli commedie agrodolci della storia del cinema.
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Nella gallery seguente due immagini “dalla sala” in occasione della proiezione di The Apartment al Cinema Ritrovato 2018, nella sezione “Film Cult” del festival:

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