Super8mm & 16mm – Piccolo grande passo 2020

Programma a cura di Karl Wratschko e Mariann Lewinsky

Siamo solo al secondo anno e già il titolo della sezione ci va stretto… Avevamo previsto di proiettare film in Super8mm, 16mm, ingrandimenti a 16mm di Super8, un ingrandimento a 35mm di un Super8 e film ‘fuori formato’, vale a dire di ogni formato possibile, fino a 80mm. Alcuni di questi sono rimandati all’edizione del prossimo anno, ma ciò che rimane è ancora un’offerta assai varia. Le opere dei tre grandi artisti visivi che presentiamo sono spesso definite sperimentali. È una classificazione ingannevole. Che cos’è un esperimento? Tutto ciò che non si conforma alle regole del cinema commerciale? Queste opere sono, semplicemente e in senso stretto, film. Ciò è particolarmente vero per Peter Hutton, coerente creatore di una forma di cinema essenziale: catturare il mondo mediante l’occhio cinematografico e offrire al mondo immagini di straordinaria chiarezza e purezza. Il Super8mm è stato ben più di un popolare formato amatoriale. Ha permesso ai cineasti di operare al di fuori delle ingombranti strutture commerciali (è il formato di film come Io sono un autarchico di Nanni Moretti). I film di Barbara Meter, tutti in Super8, esibiscono colori meravigliosi e una grande bellezza sia nel formato originale, sia trasfigurati nell’ingrandimento, e sono caratterizzati dall’attenzione per gli oggetti più ordinari e trascurati della vita quotidiana. Un caso diverso è quello di Henri Plaat, olandese come Meter e molto più noto come pittore che come regista. Plaat usa due modalità cinematografiche opposte, da un lato realizzando lunghi diari di viaggio in terre lontane, dall’altro creando fi lm-collage nello studio di casa. Abbiamo privilegiato i suoi collage: brevi, senza pretese e spesso esilaranti, sono vere scoperte e consolazioni. La proiezione di Images of Asian Music di Peter Hutton, durante la scorsa edizione del Cinema Ritrovato, ci ha fatto venire voglia di rivedere il fi lm e di conoscere meglio questo regista, di cui proponiamo quest’anno altre tre opere. Hutton ha spesso detto di essere stato profondamente influenzato dal cinema delle origini. Proiettare le sue opere subito dopo un programma di vedute Lumière del 1899 è stata un’esperienza illuminante e ci ha impartito una lezione essenziale: tutto si incentra sull’arte di vedere.

Karl Wratschko e Mariann Lewinsky

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