Dom
28/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 14:30
VARIETÉ
Ernst Szebedits (Murnau Stiftung)
Antonio Coppola
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
VARIETÉ
Scheda Film
Varieté è tratto da Der Eid des Stephan Huller (1912), romanzo sensazionalistico e perfetto esempio del gusto kitsch d’inizio secolo. Negli anni successivi alla pubblicazione era stato portato sullo schermo per ben due volte, ma negli anni Venti questo genere di letteratura era ormai caduto in un misericordioso oblio. Il film del 1925 di Ewald André Dupont, che prende ancora spunto dal romanzo, è una tra le più importanti opere cinematografiche dell’epoca di Weimar. Il suo successo internazionale, che per Dupont rappresentò il biglietto d’ingresso a Hollywood, era dovuto di certo al persistente fascino del melodrammatico triangolo amoroso tra acrobati su cui si incentra la trama. Ma l’importanza del film dal punto di vista della storia del cinema e l’attrattiva che ancora esercita sul pubblico hanno ragioni diverse: la finezza registica, la traduzione sistematica dell’intreccio nel linguaggio muto dei gesti e delle espressioni e l’impiego virtuosistico della macchina da presa che comunica il tumulto dei sentimenti sotto forma di immagini sensuali e di vertigini visive.
Narrata dal punto di vista di un uomo condannato per omicidio, la trama è un lungo flashback sul conflitto tra trapezisti, alimentato dalla gelosia, che raggiunge l’apice della suspense in sequenze girate ad altezze da capogiro. Ma l’inevitabile svolta tragica non avviene davanti al pubblico sotto il soffitto stellato del teatro Berlin Wintergarten, bensì in una stanza d’albergo dove l’amante tradito Boss (Emil Jannings) e Artinelli (Warwick Ward) si contendono la bella Berta-Marie (Lya de Putti). In un film che trabocca di un’intrigante appariscenza che accende la curiosità del pubblico come null’altro, di una cascata di effetti innovativi, di suggestivi accessori di scena, di esibizioni artistiche, di gesti e sguardi erotici, l’omicidio elude lo sguardo e la curiosità del pubblico del varietà: i due uomini continuano a lottare sul pavimento mentre la macchina da presa, libera per tutto il resto del film, rimane fissa. Lo spettatore vede solo un braccio che si affloscia e lascia cadere un coltello, prima che la figura corpulenta del vittorioso Boss si erga sul rivale ucciso. L’ellissi segnala non tanto un atto soggettivo di rimozione nella mente dell’omicida, quanto un momento di riflessione morale all’interno del dramma che ha tenuto avvinto lo spettatore fino a quel momento.
Michael Wedel
Cast and Credits
Sog.: dal romanzo Der Eid des Stephan Huller di Felix Holländer. Scen.: Ewald André Dupont. F.: Karl Freund, Carl Hoffmann. Scgf.: Oscar Friedrich Werndorff. Mus.: Ernö Rapée. Int.: Emil Jannings (‘Boss’ Huller), Lya de Putti (Berta-Marie), Warwick Ward (Artinelli), Maly Delschaft (la moglie di Boss Huller), Kurt Gerron (lo scaricatore di porto), Georg John (il marinaio), Georg Baselt (impresario del varietà), Charles Lincoln (l’artista spagnolo), Alice Hechy (l’attrice). Prod.: Universum-Film AG (UFA) ·DCP. Bn.
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