Lun
23/06
Cinema Modernissimo > 14:30
LJUDYNA Z KINOAPARATOM
Oliver Hanley ed Elif Rongen-Kaynakçı
Maud Nelissen (al piano) e Silvia Mandolini (al violino)
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
LJUDYNA Z KINOAPARATOM
Scheda Film
Privo di qualsiasi spiegazione verbale, Ljudyna z kinoaparatom e un abbagliante fuoco d’artificio del ‘montaggio sovietico’, giunto alla sua autentica perfezione alla fine degli anni Venti. […] Per Vertov il film non ha un solo soggetto, ma un’infinita, tutti provenienti dalla vita: “La vita piu emozionante, quella che passa accanto all’operatore, ma che egli e in grado di arrestare e di fissare sulla pellicola”. A partire da questi avvenimenti vissuti, e possibile costruire un’opera musicale, con “una corrente, ripetizioni, crescendo, una melodia di base e un accompagnamento”. Il linguaggio cinematografico di Vertov e quello del montaggio; il significato e prodotto dall’associazione di immagini riprese in luoghi e tempi diversi, passando da Mosca a Kyiv a Odesa. La città del film e creata dal cinema. […] L’occhio della cinepresa e più perfetto di quello dell’uomo. Il montaggio stabilisce rapporti altrimenti impercettibili. Nel 1929, periodo di violenti scontri politici, di rivoluzione culturale, di repressione, Vertov era già considerato sospetto e, allontanato dal centro di produzione di Mosca, lavorava a Kiev. Ljudyna z kinoaparatom sembra un film apolitico e come tale venne condannato dalle organizzazioni del proletariato che dominavano il dibattito sociale. Eppure la sua ironia verso la persistenza del modello di vita borghese e inequivocabile: il film oppone il divertimento alla produttività, le mani curate delle donne che non lavorano a quelle attive delle operaie; tesse l’elogio della vita collettiva, dell’industrializzazione e dei grandi cantieri del piano quinquennale. Ma si spinge oltre, facendo del linguaggio l’oggetto della sua indagine filmica, affermando che esso deve essere uno strumento di interpretazione comunista del mondo, e non di alienazione e abbrutimento come l’alcol o la religione. E questo punto di vista e sempre parso inaccettabile ai settarismi e ai totalitarismi politici. Ecco perché Ljudyna z kinoaparatom e stato il più bistrattato dei film di Vertov: considerato un’esperienza marginale e passato sotto silenzio, e rimasto dimenticato per quasi quarant’anni.
Bernard Eisenschitz, Čelovek s kinoapparatom, Enciclopedia del Cinema Treccani, Roma 2004
Cast and Credits
T. russo: Čelovek s kinoapparatom. T. it.: L’uomo con la macchina da presa. T. int.: Man with a Movie CameraScen.: Dziga Vertov. F.: Michail Kaufman. M.: Elizaveta Svilova, Dziga Vertov. Int.: Michail Kaufman (il cineoperatore). Prod.: VUFKU. 35mm. L.: 1845 m. D.: 67′ a 24 f/s. Bn
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