Mar
25/06
Cinema Arlecchino > 21:30
JAWS
Michael Pogorzelski e Emiliano Morreale
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
JAWS
Scheda Film
Che cosa rappresenta simbolicamente lo squalo che attacca e uccide i bagnati dell’isola di Amity nella lunga estate calda del 1974? Da quando il mostro è passato dalle pagine del romanzo di Peter Benchley alle immagini del secondo lungometraggio per il cinema di Steven Spielberg le ipotesi si sono susseguite, spesso in contrasto l’una con l’altra: oggetto psicanalitico e politico (sarà un caso che negli anni in cui il Watergate mette in crisi la democrazia americana, il sanguinoso culmine delle ragioni del profitto avvenga proprio nella data simbolica del 4 luglio?), patriarcale e misogino, ecologista (la natura che reclama il proprio spazio) o antianimalista (con tanto di recente mea culpa del regista per la cattiva fama procurata dal film ai grossi pescioni degli abissi).
Quello che è certo è che lo squalo fa molta paura, nella sua forma più pura e ancestrale: una paura del non visibile, di un pericolo in agguato che, anche grazie all’uso delle musiche di John Williams, possiamo solo sentire arrivare. Qualcosa di simile alla paura del buio, ricreata però da Spielberg nel pieno sole delle spiagge del New England.
A volte però il nostro sguardo si sovrappone a quello dello squalo: le soggettive dal punto di vista dell’aggressore ci coinvolgono in prima persona, rendendoci in qualche modo colpevoli della violenza che sta per essere perpetrata. Insomma, in Jaws lo spettatore ha paura perché vede troppo o troppo poco.
Lo Spielberg che ci guarda dalle foto del set, in posa con lo squalo meccanico che tanti problemi diede alla produzione, è un ragazzo poco più grande del suo alter ego nel finale di The Fabelmans, ma sa già moto bene dove “mettere l’orizzonte”, come distinguere tra inquadrature noiose e interessanti. Colpisce ancora la perfetta costruzione della suspense, quasi insostenibile nella scena sulla spiaggia affollata: uno Psycho riletto con la libertà degli anni Settanta, già pronti a buttarsi a capofitto negli Ottanta. Perché Jaws è anche il primo blockbuster della storia del cinema, che anticipa di poco quelle Guerre stellari che avrebbero spazzato via definitivamente la New Hollywood. Tante cose, per un semplice film di paura.
Gianluca De Santis
Cast and Credits
Sog.: dal romanzo omonimo (1974) di Peter Benchley. Scen.: Peter Benchley, Carl Gottlieb. F.: Bill Butler. M.: Verna Fields. Scgf.: Joseph Alves Jr. Mus.: John Williams. Int.: Roy Scheider (Martin Brody), Robert Shaw (Quint), Richard Dreyfuss (Matt Hooper), Lorraine Gary (Ellen Brody), Murray Hamilton (Larry Vaughn), Carl Gottlieb (Ben Meadows), Jeffrey C. Kramer (Leonard Hendricks), Susan Backlinie (Christine Watkins). Prod.: Richard D. Zanuck, David Brown per Zanuck/Brown Company, Universal Pictures. 35mm (copia Technicolor vintage / Technicolor vintage print). D.: 124’. Col.
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