Sab
02/07
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 14:30
JASSET: L’OSSESSIONE DELL’AUTENTICITÀ
Gabriel Thibaudeau
L’OSSESSIONE DELL’AUTENTICITÀ O L’ARTE DEI COSTUMI IN JASSET
“Era una persona molto competente, aveva un bagaglio di conoscenze. […] Era capace di fare delle scenografie con nulla. Quando drappeggiava una stoffa su una donna era spettacolare. Ma quando bisognava far recitare gli attori spariva. Ci completavamo a vicenda meravigliosamente. Io capivo i meccanismi della recitazione, lui aveva idee straordinarie quando si trattava di vestire qualcuno o di decorare qualcosa: era il suo mestiere. Jasset aveva fatto cose incredibili: i modelli per Vercingétorix erano splendidi, veri capolavori in miniatura. Quello spettacolo è stato una rivelazione per tutti. E se aveste visto le sue sfilate, i suoi allestimenti: quando aveva scritto quella pantomima sapeva benissimo cosa andava fatto. 1180 persone in scena. […] Jasset, per deformazione professionale, aveva una chiara visione della decorazione, dei costumi, delle rievocazioni, era incredibile.”
Ricordi di Georges Hatot raccolti dalla Commission de Recherche Historique, sotto la direzione di Henri Langlois, 15 marzo 1948 (archivi della Cinémathèque française).
Si cita spesso l’inconsapevole verismo documentario delle prime vedute. Nel 1910 Jasset si pone come un pioniere del naturalismo alternando scenari naturali e ricostruzioni in teatro di posa, imponendo una grammatica delle inquadrature (inserti di primi piani) e dei movimenti di macchina (carrellata laterale ideata da Hatot), ma anche curando i costumi e ponendo il tutto al servizio dell’intensità del film, insieme raffinato e popolare. La prima calzamaglia nera del cinema appartiene a Protéa, e sullo schermo è l’abito che fa l’individuo, che lo codifica: lo stesso vale per il mantello di Morgan il Pirata o per i piedi nudi delle gitane in La Fleur empoisonnée. Negli Zigomar Jasset non esita a mostrare il trucco e il travestimento in tempo reale, sotto l’occhio della macchina da presa, aprendo la strada a geniali trasformisti come Lon Chaney. In lui non ci sono escamotage o ellissi, Jasset ha cura di segnalare botole e pareti girevoli, e il vecchio trucco dell’animazione fotogramma per fotogramma gli permette di citare affettuosamente la bisca clandestina e i passi che appaiono come per magia sul soffitto in Méliès. Balaoo è invece presentato tale e quale, come una scimmia vestita da uomo, e questo è un intelligente contributo alla sua originalità. Così recita il necrologio di Jasset del 27 giugno 1913: “ma là dove Jasset trovò il suo più grande successo fu nella composizione dei costumi teatrali. Lì la sua conoscenza impeccabile degli stili storici, la sua ricchezza d’invenzione, la sua fantasia rigogliosa trovarono un campo degno di loro”.
Émilie Cauquy
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
LE JOUEUR
Didascalie francesi
LA FLEUR EMPOISONNÉE
Didascalie francesi
MORGAN LE PIRATE – LA CAGE
Didascalie spagnole
BALAOO
Didascalie francesi
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