Inizialmente è stata la mia lunga amicizia con il leggendario dottor Lester James Peries a portarmi spesso a Colombo, ma con il tempo ho scoperto Sumitra Peries – montatrice, regista, produttrice e diplomatica. Definita la poetessa del cinema dello Sri Lanka, dopo il successo del film d’esordio Gehenu Lamai girò altri nove titoli, tutti incentrati su protagoniste femminili. Sumitra Peries ha espresso spesso il desiderio di restaurare la sua opera, ma il restauro sembrava un obiettivo irraggiungibile, soprattutto quando la National Film Corporation stava lottando per la sopravvivenza degli elementi filmici. Sapevo che se non fossimo intervenuti in tempo lo avremmo perso per sempre. Gehenu Lamai ottenne il riconoscimento di miglior film dell’anno al London Film Festival del 1978 e il critico David Robinson lo definì “essenziale e misurato, con immagini in bianco e nero scintillanti” concludendo che “è un esempio raro e forse unico di opera dalla sensibilità completamente femminile”. Ambientato nelle campagne dello Sri Lanka, è un film lirico che narra la toccante storia di due sorelle i cui sogni e le cui aspirazioni si infrangono contro rigide convenzioni sociali e barriere di classe insormontabili. Gehenu Lamai coglie splendidamente la confusione e la fragilità del desiderio e dell’amore adolescenziali, ulteriormente valorizzati dalla straordinaria interpretazione della sedicenne Wasanthi Chathurani, alla sua prima esperienza sullo schermo nel ruolo di Kusum. Il restauro è stato il più impegnativo tra tutti quelli che abbiamo finora intrapreso con il laboratorio L’Immagine Ritrovata. È stato necessario ricostruire letteralmente il film a partire da tre copie distinte, in condizioni che andavano dal mediocre al critico, con immagini fortemente danneggiate, suono problematico e sottotitoli incorporati. Lavorare alla sua rinascita è stato per me molto emozionante. Sono rimasto colpito dalla forza delle immagini, dalla sensualità dei primi piani, dalla poesia del linguaggio cinematografico, dall’intensità delle interpretazioni e dall’estrema complessità delle relazioni tra i personaggi, tanto da stupirmi che si trattasse di un’opera prima. Vorrei tanto che Sumitra Peries fosse ancora con noi, così da poterle mostrare la bellezza rinata del suo film.

Shivendra Singh Dungarpur