Mar
24/06
Cinema Europa > 22:15
FOUR SIDED TRIANGLE
Ehsan Khoshbakht
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Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
FOUR SIDED TRIANGLE
Scheda Film
Tra i registi britannici più originali emersi negli anni Cinquanta, Terence Fisher costruì un mondo cinematografico attorno alla sindrome di Frankenstein – la duplicazione frutto di una scienza irresponsabile. In questa cruciale declinazione del tema, Freud, le Sacre Scritture e la letteratura pulp formano un’alleanza sacrilega. Nel film, tratto da un romanzo del 1949 di William F. Temple, il racconto è rivolto direttamente alla macchina da presa (rompendo la quarta parete) e narrato in flashback, espediente caro a Fisher in quel decennio. La trama ruota attorno a due laureati di Cambridge che costruiscono il ‘duplicatore’, una macchina di replicazione. Quando la donna amata da entrambi – la bionda americana Barbara Payton – sceglie uno dei due scienziati, l’altro la clona. Naturalmente l’esperimento degenera in tragedia. Fisher, nei primi film per la Hammer pre-horror, è tutto un melodramma degli eccessi, con una rappresentazione perversa della violenza insita nell’amare troppo, nell’amare inconsapevolmente, nell’amare alla cieca. Le consuete ansie da Guerra fredda, tipiche della fantascienza americana degli anni Cinquanta, qui non trovano spazio. I britannici erano più interessati ai dilemmi etici sull’umano e il disumano posti dalla nuova scienza che alle sue implicazioni politiche o isteriche. Eppure, girato appena un anno dopo lo sviluppo della bomba atomica da parte del Regno Unito, Four Sided Triangle trasuda inevitabilmente un senso d’angoscia post-Oppenheimer. L’ossessione di Fisher per i quadranti, i pulsanti delle macchine e l’elettrofisiologia del corpo – ponti tra il mondo della conoscenza e l’ignoto – rivela l’euforia della rinascita, ma allude anche a una Gran Bretagna che ha acquisito ingiustificati poteri divini. Cristiano scientista e insieme voyeur, Fisher si assume il compito di tracciare la scorciatoia che va dal fisico al metafisico. Una didascalia alla fine del film cita Ralph Waldo Emerson: “Avrai la gioia o avrai il potere, disse Dio; non li avrai entrambi”. Fisher sembra averli entrambi. A questo servivano i film della Hammer.
Ehsan Khoshbakht
Cast and Credits
Sog.: dal romanzo omonimo (1949) di William F. Temple. Scen.: Terence Fisher, Paul Tabori. F.: Reginal Wyer. M.: Maurice Rootes. Scgf.: J. Elder Wills. Mus.: Malcolm Arnold. Int.: Barbara Payton (Lena/ Helen), James Hayter (dottor Harvey), Stephen Murray (Bill), John Van Eyssen (Robin), Percy Marmont (Sir Walter), Jennifer Dearman (Lena bambina), Glyn Dearman (Bill bambino), Sean Barrett (Robin bambino). Prod.: Michael Carreras e Alexander Paal per Hammer Film Production. DCP. D.: 81’. Bn.
COOKING PRICE-WISE : Potatoes
Scheda Film
Poche cose possono incutere terrore come la cucina degli anni Settanta. E chi meglio del maestro dell’horror, Vincent Price, può istruirci sulle meraviglie del soufflé al formaggio, sulle ultime novità in fatto di stuzzichini e sulla vichyssoise made in Manhattan? L’attore, che era anche un celebre gourmet, aveva già pubblicato diversi bestseller di cucina insieme alla moglie Mary quando girò Cooking Price-Wise, un programma in sei puntate realizzato per Thames Television. Girato in pochi giorni nel 1970, mentre l’attore si trovava nel Regno Unito per le riprese di L’Abominevole dr. Phibes di Robert Fuest, Cooking Price-Wise è chiaramente un progetto dettato dalla passione di un uomo che adora il cibo e non vede l’ora di descriverne ogni sfumatura. Ma nonostante la sua estetica retro-kitsch il programma prende molto seriamente il suo compito: allargare gli orizzonti delle massaie britanniche, iniziandole al ‘cibo straniero’ […]. Cooking Price-Wise è sia un corso intensivo di cucina, sia un viaggio lampo nella storia di ingredienti comunissimi come panna e patate.
Con la sua consueta cravatta da dandy, Price è un conduttore nato, tra battute pronte e utili digressioni. I riferimenti alla sua carriera horror sono rari… fino all’episodio sul formaggio, Qui Price, che di mostri se ne intende, si appresta a crearne uno: “Purché non sia io a interpretarlo”. Nasce così il coccodrillo di cetriolo, un piatto che merita di spopolare su Instagram e che posso solo descrivere come la risposta dark al classico riccio di ananas e formaggio. Stuzzichini a parte, le uniche cose davvero spaventose dello show sono le dosi industriali di panna e burro utilizzate da Price.
Sophia Satchell-Baeza, “Sight and Sound”, vol. 35, n. 1, inverno 2024
Cast and Credits
Scgf.: Alex Bull. Int.: Vincent Price (se stesso). Prod.: Bob Murray, Charmian Watford per Thames Television. DCP. D.: 48’ (24′ Episode Cheese/ 24′ Episode Potatoes)
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