Dom
22/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 18:15
EVREJSKOE SČAST’E
Gabriel Thibaudeau e al violino di Silvia Mandolini
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
EVREJSKOE SČAST’E
Scheda Film
Nel contesto della politica delle nazionalità, l’Unione Sovietica, tra il 1922 e il 1929, non solo promosse la produzione cinematografica delle repubbliche non russe come Ucraina, Turkmenistan o Azerbaigian, ma fu anche l’unico paese al mondo a sostenere la cultura yiddish. Il Teatro ebraico statale di Mosca (GOSET) di Aleksej Granovskij fu, in quegli anni, uno dei teatri d’avanguardia piu noti a livello internazionale: radicalmente antireligioso e antinaturalistico, allo stesso tempo rivoluzionario ed etno-esotico. Nel film, tratto dal romanzo epistolare Menachem Mendel di Sholem Aleichem e girato nel 1925 a Berdyčiv e Odessa dal GOSET per la regia di Granovskij, avanguardia yiddish e sovietica si uniscono al culmine delle loro parabole creative. Un momento storico irripetibile e una costellazione di grandi talenti – Isaak Babel’ scrisse le spiritose didascalie, Eduard Tissé fu il direttore della fotografia, e la star del GOSET Solomon Michoels interpreto il ruolo di Menachem Mendl – sono alla base della qualità visiva e della libertà formale di questo film che alterna una stilizzazione modernista a dettagli documentaristici, raccontando i vani sforzi di Menachem di ‘sistemarsi’ attraverso corsetti, assicurazioni sulla vita o agenzie matrimoniali. Il film contiene pochi elementi di propaganda ideologica, lasciando spazio e tempo all’osservazione di paesaggi e persone, oltre a invenzioni registiche come il sogno a occhi aperti di Menachem sull’esportazione in massa di spose ebree in America: schiere surreali di donne vestite di bianco e avvolte nei veli vengono caricate su transatlantici da gru e argani messi in scena con un’estetica macchinista. Nella discrepanza umoristica tra il tono sicuro del racconto e il contenuto disastroso di ciò che viene narrato, il film rimane fedele allo spirito dell’opera di Sholem Aleichem. Tuttavia, mentre il testo critica con tagliente satira la situazione pre-rivoluzionaria, il film post-rivoluzionario immerge il passato in una luminosa luce estiva. E la luce di un viaggio con amici verso spazi aperti, uno sguardo attento e rilassato. Doveva regnare un senso di grande libertà e speranza fiduciosa nell’estate sovietica del 1925.
Mariann Lewinsky
Cast and Credits
[Trasl. ing.: Evreyskoye schastye] Sog.: dal romanzo epistolare Menachem Mendel (1910- 1913) di Sholem Aleichem. Scen.: Grigorij Gričer-Čerikover, Isaak Teneromo, Boris Leonidov, Isaak Babel’ (didascalie). F.: Ėduard Tissė, Vassili Chvatov, N. Strukov. Scgf.: Natan Al’tman. Ass. R.: Grigorij Gričer-Čerikover. Int.: Solomon Michoėls (Menachem Mendel), Aleksandr Ėpštejn (Josele), Moisej Gol’dblat (Salman), Tev’e Chazak (Kimbak), Ida Abragam (sua moglie), Tamara Adel’gejm (Bejla), Il’ja Rogaler (Ušer), Iosif Šidlo (Kljačkin), Rachil’ Imenitova (sua moglie), Michel Calevič Lošak (Motele). Prod.: Goskino. 35mm. L.: 2.400 m. D.: 100’ a 20 f/s. Bn
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