Mar
24/06
Piazza Maggiore > 21:45
BRAZIL
Terry Gilliam
Serata primossa da MG Bologna by Stefauto 1952
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
BRAZIL
Scheda Film
Capirete che non è facile indicare con precisione la posizione del mondo dell’immaginazione. […] Ma se sono convinto (e lo sono) che il mondo immaginato sia, debba essere, connesso a quello osservabile, allora dovrei anche essere in grado – perché no? – di localizzarlo; di dire come si fa a raggiungerlo. […] Queste riflessioni mi sono state ispirate dal magnifico film di Terry Gilliam sul totalitarismo del futuro, Brazil. Perché quanto più un’opera è frutto d’immaginazione, tanto più delicato è il problema della localizzazione. […] Al livello più ovvio il film è ambientato nel paese di Distopia, gemello oscuro di Utopia, il peggiore dei mondi possibili. […] Come rivelò N.F. Simpson in One Way Pendulum, il mondo dell’immaginazione è un luogo in cui il lungo braccio della legge non riesce ad arrivare. Questa idea – l’opposizione tra immaginazione e realtà, che è anche naturalmente l’opposizione tra arte e politica – è di grande importanza, perché ci ricorda che non siamo indifesi, che sognare significa avere potere. E io credo che la vera ambientazione di Brazil sia l’altra grande tradizione dell’arte, quella in cui le tecniche della commedia, della metafora, dell’immaginario potenziato, della fantasia e via di seguito vengono impiegate per scardinare le nostre certezze convenzionali, offuscate dall’abitudine, su cosa sia il mondo e cosa debba essere. […] Va anche rilevato che Terry Gilliam è un emigrato. “L’America ti bombarda di sogni e ti priva dei tuoi” dice, e Brazil parla anche di questo; della lotta tra sogni privati, personali (il volo, l’amore) e grandi fantasie di massa (l’eterna giovinezza, la ricchezza materiale, il potere)… Brazil è il prodotto di quella strana cosa che è la sensibilità dell’emigrato, il cui sviluppo credo sia uno dei temi centrali di questo secolo di gente sradicata. L’emigrato è forse l’unica specie di essere umano libera dalle catene del nazionalismo (per non parlare del suo orribile fratello, il patriottismo). È una libertà gravosa. […] E se devo concludere con la semplice (ma forse non così semplice) osservazione che la collocazione di Brazil è il cinema stesso, perché nel cinema il sogno costituisce la norma; e allora dovrei aggiungere che Brazil è una terra immaginaria di cui tutti noi che abbiamo – per un motivo o per l’altro – perduto una patria ritrovandoci altrove, siamo i veri abitanti. Come Terry Gilliam, anch’io sono cittadino di Brazil.
Salman Rushdie, The Location of Brazil, “American Film”, settembre 1985
Cast and Credits
Scen.: Terry Gilliam, Tom Stoppard, Charles McKeown. F.: Roger Pratt. M.: Julian Doyle. Scgf.: Norman Garwood. Mus.: Michael Kamen. Int.: Jonathan Pryce (Sam Lowry), Robert De Niro (Harry Turtle), Katherine Helmond (Ida Lowry), Ian Holm (Kurtzmann), Bob Hoskins (Spoor), Michael Palin (Jack Lint), Ian Richardson (Warrenn), Peter Vaughan (Helpmann). Prod.: Arnon Milchan per Embassy International Pictures. DCP. D.: 144’. Col.
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