Mar
20/07
Cinema Arlecchino > 14:15
BHUVAN SHOME
Cecilia Cenciarelli
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Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
BHUVAN SHOME
Scheda Film
Un minaccioso suono di cimbali, seguito dal fermo immagine di un uomo di mezz’età. Ha un’espressione sconcertata. Poi vediamo dei binari. La macchina da presa, posizionata in maniera neutrale nella parte anteriore del treno, non guarda avanti ma in basso, verso le rotaie che scorrono a velocità frenetica. Il simbolo dei binari, che rimanda alla Partizione dell’India e alla modernità, è accompagnato dal suono meccanico del motore a vapore e dalle note di un classico raga indiano. L’incipit di Bhuvan Shome presenta molti elementi di rottura rispetto al linguaggio audiovisivo esistente e segna un particolare momento di formazione nella storia del cinema indiano e nella fase di sperimentazione che caratterizzò gli anni fondativi del Parallel Cinema. Bhuvan Shome, una satira politica, suggeriva un impegno politico e ideologico fino ad allora inediti nel cinema indiano. Nel 1969 fu il primo di tre film a ricevere un finanziamento dalla Film Finance Corporation, fondata da Nehru a sostegno ai cineasti. Il Parallel Cinema intrattenne un legame importante con la letteratura indiana contemporanea, la cui freschezza e immediatezza fu trasposta in molti adattamenti per il grande schermo, come nel caso di Bhuvan Shome.
Il film si svolge alla fine degli anni Quaranta e s’incentra su un burocrate, il signor Shome (un Utpal Dutt in forma smagliante), che lavora per le ferrovie indiane. Un giorno Shome decide di prendersi una pausa dalle noie della vita d’ufficio e va a caccia d’anatre in un villaggio. Qui conosce Gauri (la radiosa Suhasini Mulay al suo primo ruolo), una vivace giovane sposa che cambierà il suo modo di vedere la vita. Per Mrinal Sen Bhuvan Shome rappresentò il consolidamento di un nuovo stile visivo, che si era articolato man mano nel corso dei suoi film per approdare a un discorso politico ampio e d’opposizione, che abbracciava le idee del Terzo Cinema latino-americano, del teatro brechtiano, della rivoluzione naxalita e del marxismo. Bhuvan Shome segnò l’inizio di qualcosa di insolito e innovativo: la rinascita del cinema indiano.
Omar Ahmed
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Cast and Credits
Sog.: da un racconto bengalese di Banaphool (Balai Chand Mukhopadhyay). Scen.: Balai Chand Mukhopadhyay. F.: K.K. Mahajan. Mus.: Vijay Raghav Rao. Int.: Utpal Dutt (Bhuvan Shome), Suhasini Mulay (Gauri), Sadhu Meher (Jadhav Patel), Amitabh Bachchan (voce narrante), Shekhar Chatterjee. Prod.: Mrinal Sen per Mrinal Sen Prod. DCP. Bn.
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