ZABITÁ NEDĚLE

Drahomíra Vihanová

Sog.: dal romanzo omonimo di Jiří Křenek. Scen.: Drahomíra Vihanová, Jiří Křenek. F.: Zdeněk Prchlík, Petr Volf. M: Miroslav Hájek. Scgf.: Vladimír Labský. Mus.: Jiří Šust. Int.: Irena Boleslavská (Ingrid), Vladislav Dražďák (l’autista), Alexandra Haškovcová (la ragazza bionda), Josef Kubíček (il caposala), Míla Myslíková (Marie), Ivan Palúch (Arnošt). Prod.: Jan Procházka per Barrandov Studios 35mm D.: 77’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Pianista classica mancata, Drahomíra Vihanová si trasferì a Praga dove lavorò come aiuto regista a programmi musicali per la televisione e frequentò la FAMU (la scuola nazionale di cinema cecoslovacca) insieme ad altri due importanti cineasti della futura nová vlna cecoslovacca, Věra Chytilová ed Evald Schorm. Dopo il successo del suo film-saggio di diploma Fuga na černých klávesách (Fuga sui tasti neri, 1965), le fu offerta la possibilità di girare presso i Barrandov Studios con la supervisione di Jan Procházka. Vihanová decise così di adattare il romanzo di Jiří Křenek Zabitá neděle e a quanto si dice completò la sceneggiatura in sole due settimane.
Le riprese a Josefov iniziarono nell’agosto del 1968 ma furono bruscamente interrotte due settimane dopo quando le truppe sovietiche entrarono in città. La troupe fece ritorno a Praga senza sapere se la lavorazione sarebbe mai ripresa. Nel mese di ottobre il produttore Procházka comunicò a Vihanová che nel nuovo contesto politico il suo film non era più considerato opportuno. Ma nella primavera del 1969 la situazione era nuovamente cambiata e fu detto alla regista che il film aveva ancora una speranza a patto di lavorare in fretta e di completarlo entro la fine dell’anno, poiché la nuova dirigenza degli Studios non sarebbe stata comprensiva.
Vihanová tornò effettivamente a girare nell’estate di quell’anno, ma il film fu immediatamente messo al bando insieme ad altri quattro titoli, Ucho (L’orecchio, 1970) di Karel Kachyňa, Smuteční slavnost (Cerimonie funebri, 1969) di Zdeněk Sirový, Skřivánci na niti (Allodole sul filo, 1969) di Jiří Menzel e Den sedmý, osmá noc (Il settimo giorno, l’ottava notte, 1969) di Evald Schorm. A Vihanová fu inoltre proibito di girare altri film, e fino al 1994 la regista lavorò come montatrice di trailer per film stranieri e realizzò solo brevi documentari.
Questo dramma esistenziale dell’assurdo che descrive il disinganno di un ufficiale militare comunista giunto al capolinea personale e professionale è una bruciante metafora della situazione politica nella Cecoslovacchia dell’epoca. Il film è forse una delle opere più cupe della nová vlna, e pur essendo poco noto caratterizza Drahomíra Vihanová come una delle figure cruciali del movimento. Zabitá neděle poté essere proiettato solo dopo la Rivoluzione di velluto del 1989.

Neil McGlone

Czech National Film Archive