THE LAST MOVIE
Sog.: Denis Hopper, Stewart Stern. Scen.: Stewart Stern. F.: Laszlo Kovacs. M.: David Berlatsky, Antranig Mahakian, Dennis Hopper. Scgf.: Leon Erickson. Mus.: Severn Darden, Chabuca Granda, Kris Kristofferson, John Buck Wilkin. Int.: Dennis Hopper (Kansas), Stella Garcia (Maria), Julie Adams (signora. Anderson), Tomás Milián (il prete), Don Gordon (Neville Robey), Roy Engel (Harry Anderson), Donna Baccala (signorina Anderson), Samuel Fuller (se stesso), Peter Fonda (il giovane sceriffo), Sylvia Miles (la segretaria di edizione). Prod.: Paul Lewis per Alta-Light. DCP. D.: 108’. Col.
Scheda Film
Quando Lew Wasserman della Universal diede a Dennis Hopper un milione di dollari per fare The Last Movie, il magnate contava su un altro successo da vendere ai giovani come manifesto della ‘controcultura’, sulla scia di Easy Rider o Il laureato. Hopper la pensava diversamente: questo progetto, concepito anni prima, sarebbe stato il suo capolavoro.
Ottenuto il finanziamento, Hopper portò in Perù per le riprese un’armata Brancaleone di scrittori, attori, amici, registi, artisti e musicisti. C’erano, tra gli altri, Stewart Stern (lo sceneggiatore di Gioventù bruciata), Peter Fonda, Dean Stockwell, Samuel Fuller e Kris Kristofferson. La banda approdò in un paesino dove girò il film tra orge e un’enorme quantità di droghe.
Quando tornò a Taos, nel Nuovo Messico, per montare il film, Hopper non aveva ancora le idee chiare: con chilometri di girato, mettere tutto insieme si rivelò complicato. Si narra che il suo amico Alejandro Jodorowsky, il regista surrealista cileno che aveva fatto sensazione l’anno prima con il film culto El Topo, lo convinse a rinunciare alla versione lineare e a rimontare il film in maniera libera e sperimentale. Il prodotto finale è personale e autoriflessivo, un film su un cowboy stuntman di nome Kansas (Hopper) che va alla ricerca del senso della vita ma anche un’opera che si interroga sull’artificio del cinema.
Alla fine Wasserman detestò il film e lo fece sparire dalla circolazione per decenni. Hopper sentì di aver realizzato la propria visione e lo considerò il suo magnum opus. Se non altro, The Last Movie rispecchia in maniera impeccabile il cinema dei primi anni Settanta: scoperta dell’io, reinvenzione e allucinazione in parti uguali.
Drew Todd
Quando Lew Wasserman della Universal diede a Dennis Hopper un milione di dollari per fare The Last Movie, il magnate contava su un altro successo da vendere ai giovani come manifesto della ‘controcultura’, sulla scia di Easy Rider o Il laureato. Hopper la pensava diversamente: questo progetto, concepito anni prima, sarebbe stato il suo capolavoro.
Ottenuto il finanziamento, Hopper portò in Perù per le riprese un’armata Brancaleone di scrittori, attori, amici, registi, artisti e musicisti. C’erano, tra gli altri, Stewart Stern (lo sceneggiatore di Gioventù bruciata), Peter Fonda, Dean Stockwell, Samuel Fuller e Kris Kristofferson. La banda approdò in un paesino dove girò il film tra orge e un’enorme quantità di droghe.
Quando tornò a Taos, nel Nuovo Messico, per montare il film, Hopper non aveva ancora le idee chiare: con chilometri di girato, mettere tutto insieme si rivelò complicato. Si narra che il suo amico Alejandro Jodorowsky, il regista surrealista cileno che aveva fatto sensazione l’anno prima con il film culto El Topo, lo convinse a rinunciare alla versione lineare e a rimontare il film in maniera libera e sperimentale. Il prodotto finale è personale e autoriflessivo, un film su un cowboy stuntman di nome Kansas (Hopper) che va alla ricerca del senso della vita ma anche un’opera che si interroga sull’artificio del cinema.
Alla fine Wasserman detestò il film e lo fece sparire dalla circolazione per decenni. Hopper sentì di aver realizzato la propria visione e lo considerò il suo magnum opus. Se non altro, The Last Movie rispecchia in maniera impeccabile il cinema dei primi anni Settanta: scoperta dell’io, reinvenzione e allucinazione in parti uguali.
Drew Todd