SUNDAY

Jonathan Nossiter

Sog.: dal racconto Ate, Memos or the Miracle di James Lasdun. Scen.: Jonathan Nossiter, James Lasdun. F.: Michael Barrow, John Foster. M.: Madeleine Gavin. Scgf.: Deana Sidney. Int.: David Suchet (Oliver / Matthew Delacorta), Lisa Harrow (Madeleine Vesey), Jared Harris (Ray), Larry Pine (Ben Vesey), Willis Burks II (Selwyn). Prod.: Goatworks Films, Ocelot Films Inc., Sunday Productions, double A Films. DCP. 93′.Col

 

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Che cos’è a rendere tale la domenica? L’avere un posto in cui andare – e qualcosa da fare – il lunedì. Quando non è così, la domenica è un non giorno, o un giorno come gli altri.
In Sunday, complesso, inquietante e disturbante film di Jonathan Nossiter, ci sono due persone che non hanno un posto in cui andare: Oliver (David Suchet), un contabile IBM disoccupato che vive in un dormitorio, e Madeleine (Lisa Harrow), attrice inglese di mezz’età separata, senza lavoro e con una figlia adottata.
Si incontrano in un turbine di finzione. “Lei è Matthew Dellacorta, il regista” dice la donna a Oliver incrociandolo per strada una domenica di prima mattina. Oliver sta al gioco. Mangiano, si accoppiano, creano un legame e si aggrappano al mistero che si sono fabbricati usandolo come àncora di salvezza mentale.
Nossiter tenta di compiere un’autopsia della finzione stessa. Quando Madeleine gli chiede di raccontarle una storia Oliver le offre la sua, in cui c’è anche la situazione fittizia che stanno vivendo. Lei ricambia con la propria storia, che è quella vera ma con un finale da film dell’orrore: perché la vita reale non è troppo noiosa, ma semmai troppo brutale. […]
Pulita, luminosa e nitida, la fotografia (di Michael Barrow, John Foster e Daniel Lerner) produce un effetto di algida bellezza e corroborante indifferenza. Ma l’aspetto davvero perturbante di Sunday – che ha ricevuto il premio per il miglior film e la migliore sceneggiatura al Sundance Film Festival – sta nelle verità che i personaggi si raccontano (anche quando le ignorano, o le usano come una forma di protezione, o le brandiscono come armi, per esempio contro lo sgradevole marito di Madeleine, Ben, interpretato da Larry Pine), e nella linea di demarcazione sempre incerta tra realtà e finzione. La distinzione tra reale e inventato, in fin dei conti, non è mai una questione di verità: quando Oliver spiega la trama del suo “nuovo film” – su un uomo qualunque della classe media che ha perso tutto – Madeleine commenta che sarebbe una storia magnifica. Eppure ne fa parte. Eppure noi ne siamo testimoni.
Oliver e Madeleine abitano insieme inferni diversi, condizioni molto personali da cui non possono fuggire, se non forse l’uno grazie all’altra.

John Anderson, Powerful ‘Sunday’ Creates Its Own Joy, “Los Angeles Times”, 22 agosto 1997