RIḤ ES-SED

Nouri Bouzid

T. int.: L’Homme de cendres. Scen.: Nouri Bouzid. F.: Youssef Ben Youssef. M.: Mika Ben Miled. Scgf.: Claude Bennys, Mohsen Rais. Mus.: Salah Mahdi. Int.: Imed Maalal (Hachemi), Khaled Ksouri (Farfat), Mustapha Adouani (Ameur), Mouna Noureddine (Neffisa), Yaacoub Bchiri (Levy). Prod.: Ahmed Bahaddine Attia per Cinétéléfilms, Satpec. DCP. D.: 109’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

C’ero anch’io, tra quella folla immensa di tunisini e di spettatori stranieri accalcati davanti alle porte del cinema Le Colisée, nel pieno centro di Tunisi. Una scena quasi irreale: l’impazienza era tangibile, la pressione sulle porte d’ingresso cresceva. La polizia, sopraffatta, perdeva la pazienza. Poi sono spuntati i manganelli nel tentativo di contenere questo slancio popolare. Non si era mai visto nulla del genere per un film tunisino. Quella sera non eravamo lì solo per vedere un film: era un evento. Riḥ Es- Sed, primo lungometraggio di Nouri Bouzid, aveva già fatto parlare di sé nei festival internazionali, in particolare a Cannes nella sezione Un Certain Regard. In seguito a queste proiezioni all’estero diversi media tunisini e arabi orchestrarono una grande campagna di denigrazione e condanna, e a Tunisi si sparse la voce che la censura non avrebbe mai permesso la distribuzione del film e che le Giornate cinematografiche di Cartagine sarebbero state la nostra unica occasione per vederlo. Prodotto da Ahmed Bahaddine Attia, amico e sodale del regista, Riḥ Es-Sed arrivò in un clima teso e fu accolto da critiche violente. Il film era accusato di infrangere tabù, di affrontare senza mezzi termini temi a lungo sepolti nel silenzio: l’omosessualità, la violenza sessuale su minori da parte di una persona in posizione di autorità (il loro datore di lavoro e tutore), la presenza di un emarginato, un ebreo tunisino, al quale i due giovani, Farfat e Hachemi, confidano la loro sofferenza. Una società ipocrita non voleva vedersi riflessa in quello specchio brutale e necessario. Eppure, nonostante le polemiche, il film ha trovato il suo pubblico. Ricordo ancora l’intenso dibattito seguito alla proiezione alla Maison de la Culture. La sala era gremita, pervasa da emozione e rispetto per il coraggio di Nouri Bouzid. Quel giorno il cinema tunisino si è confrontato con se stesso, con i suoi silenzi, con le sue zone d’ombra. Alla chiusura delle Giornate cinematografiche di Cartagine del 1986, quando Nouri Bouzid ricevette il Tanit d’or, tutta la sala si alzò in piedi per applaudirlo. In quel momento, che non dimenticherò mai, non si trattava solo di un premio: era una vittoria contro la censura e contro la paura. Riḥ Es-Sed è diventato un fenomeno, ha riconciliato, forse per la prima volta, il grande pubblico tunisino con il suo cinema.

Mohamed Challouf

Copia proveniente da Cinétéléfilms. Restaurato nel 2025 da Cineteca di Bologna in associazione con Cinétéléfilms e in collaborazione con Cinémathèque royale de Belgique che ha messo a disposizione la scansione 4K raw del negativo originale camera. Il restauro dell’immagine e la scansione e il restauro del negativo audio, conservato presso Éclair Préservation, sono stati realizzati dai laboratori L’Immagine Ritrovata e L’Image Retrouvée