MERLUSSE
Scen.: Marcel Pagnol. F.: Albert Assouad, Roger Ledru. M.: Suzanne de Troeye. Mus.: Vincent Scotto. Int.: Henri Poupon (Blanchard detto Merlusse), André Pollack (il preside), Annie Toinon (Nathalie), Thommeray (il censore), Jean Castan (Galubert), Jacques (Villepontoux), d’ Armans (Philippar), Robert Avierinos (Lupin), Fernand Bruno (Catusse), Robert Chaux (Godard). Prod.: Marcel Pagnol per Les Films Marcel Pagnol. 35mm. D.: 72’.
Scheda Film
Per il suo quinto film, Marcel Pagnol attinse al proprio racconto L’Infâme truc (pubblicato nella rivista “Fortunio” nel 1922) e lo realizzò negli spazi interni ed esterni del liceo Thiers di Marsiglia, dove aveva studiato da ragazzo. Non è l’unico elemento autobiografico: il personaggio dell’insegnante e sorvegliante Blanchard è arrivato da poco tempo nel liceo dopo ventiquattro anni di lavoro a Digne, Tolone, Montpellier e Aix, gli stessi luoghi dove Pagnol aveva insegnato inglese da giovane. I freddi ambienti dell’istituto diventano il teatro di una storia ‘morale’ sulla falsità delle apparenze e il valore della comprensione e del rispetto reciproci. A Natale, alcuni allievi sono costretti a rimanere nel liceo senza poter raggiungere le famiglie. Il preside e il censore decidono di affidare a Blanchard l’incarico di sorvegliarli in classe e nel dormitorio anche se sono consapevoli della sua impopolarità fra gli studenti. Blanchard, infatti, è detestato a causa della sua severità, della fisionomia sinistra (ha un occhio di vetro, conseguenza di una ferita di guerra) e dell’odore sgradevole che emana, un lezzo di pesce che gli è valso il soprannome di “Merlusse” (merluzzo). Ma i personaggi di Pagnol hanno sempre un’umanità complessa: colpito dall’infelicità dei ragazzi, Merlusse, senza dire parola, acquista per loro dei doni a sorpresa. Gli allievi lo riabilitano e ricambiano la sua generosità. Pagnol mostra con finezza i dettagli comportamentali che diventano rivelatori della verità dei personaggi e coglie il sentimento di solidarietà che nasce dal dolore della solitudine (anche Merlusse, infatti, si sente escluso e abbandonato).
Produttore di se stesso, Pagnol effettuò le riprese, col sonoro in presa diretta, durante le vacanze di Natale del 1934, ma la qualità del suono non lo soddisfaceva, quindi lo girò una seconda volta nell’estate del 1935, poi lo distribuì in Francia abbinato a un altro suo film, Cigalon, anch’esso della durata di poco più di un’ora. Al film si è ispirato molto liberamente Alexander Payne per The Holdovers.
Roberto Chiesi