MADE IN ENGLAND: THE FILMS OF POWELL AND PRESSBURGER

David Hinton

F.: Ronan Killeen. M.: Margarida Cartaxo. Mus.: Adrian Johnston. Int.: Martin Scorsese (voce narrante). Prod.: Nick Varley, Matthew Wells per Ten Thousand 86, Ice Cream Films. DCP. D: 131’. Bn e Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

I loro film erano grandiosi, poetici, saggi, avventurosi, ostinati, affascinati dalla bellezza, profondamente romantici e totalmente intransigenti.

Martin Scorsese

L’opera dei cineasti Michael Powell ed Emeric Pressburger è discussa con passione e autorevolezza da Martin Scorsese in questo godibilissimo documentario in cui presenta i suoi pensieri e ricordi rivolgendosi direttamente alla macchina da presa. Quando l’establishment britannico si coprì di vergogna voltando le spalle ai due maestri nazionali ci volle questo cineasta italoamericano per riscoprirli negli anni Settanta – e oggi i film di Powell e Pressburger non possono quasi essere visti se non attraverso il tramite della gloriosa opera di evangelizzazione di Scorsese; le loro opere e le sue sono praticamente diventate eventi intertestuali. Mentre ci accompagna tra i grandi film di Powell e Pressburger come Duello a Berlino, So dove vado, Narciso nero, Scarpette rosse e I racconti di Hoffmann, Scorsese mostra anche spezzoni dei propri film, tra cui Toro scatenato e L’età dell’innocenza, per mostrare come sia stato influenzato dai due predecessori. […] Scorsese, che aveva scoperto i film di Powell e Pressburger alla Tv, rintracciò Powell e riuscì a riportarlo a Hollywood dove finì per sposare la geniale montatrice di Scorsese, Thelma Schoonmaker; fu l’equivalente cine-creativo di un’alleanza reale. […] Powell e Pressburger emergono da questo film come figure più che mai sui generis: inventori di un loro tipo di cinema, gentiluomini dilettanti – anche se Powell aveva seguito un rigoroso apprendistato lavorando per il regista irlandese di film muti Rex Ingram. I loro film erano una sorta di cultura manoscritta; Powell e Pressburger facevano quello che volevano, come se il loro lavoro dovesse circolare solo tra spiriti affini.
Il titolo del film – Made in England – è naturalmente la scritta che appariva sullo schermo alla fine dei Racconti di Hoffman. Ma i loro film furono realizzati anche in Ungheria, in Germania e in Francia, e Scorsese ci permette di assimilare questo tacito paradosso. Powell e Pressburger erano una potenza internazionale, non una fabbrica di sentimentalismo patriottico da Little England.

Peter Bradshaw, “The Guardian”, 21 febbraio 2024

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