LAST WORDS
Sog.: dal romanzo Mes derniers mots (2015) di Santiago Amigorena. Scen.: Jonathan Nossiter, Santiago Amigorena. F.: Clarissa Cappellani. M.: Jonathan Nossiter, Davide Laporta. Scen.: Cristina Bartoletti, Matteo Monteduro, Francesco Bolognini, Massimiliano Petrini, Valerio Romano. Mus.: Tom Smail. Int.: Nick Nolte (Shakespeare), Kalipha Touray (Kal), Charlotte Rampling (Batlk), Alba Rohrwacher (Dima), Stellan Skarsgård (Zyberski), Silvia Calderoni (Anna), Maryam d’Abo. Prod.: Donatella Palermo, Laurent Baujard, Serge Lalou, Jonathan Nossiter, Santiago Amigorena per Stemal Entertainment, Paprika Films, Les Films d’Ici, Les Films du Rat, Rai Cinema. DCP. Col.
Scheda Film
È possibile un film utopico postapocalittico? Il mondo nel 2086. L’Europa è un deserto. Non c’è più natura. Solo lattine di cibo in polvere per gli ultimi sopravvissuti. Non c’è più cultura. Tranne qualche frammento di cinema sotto le macerie di ciò che rimane di Bologna. E i templi antichi ad Atene. Niente più socialità, neppure la memoria di una stretta di mano. Un mondo senza speranza? No! Grazie alle magiche risorse dell’immaginazione umana.
Last Words è un film che si confronta con il potere distruttivo delle catastrofi ecologiche senza perdere il coraggio della tenerezza e la gioia dello stare insieme per raccontarci delle storie. Urgenti.
Come l’ultimo uomo sulla Terra nel 2086: un giovane africano, l’ultimo africano. Impersonato dal non attore Kalipha Touray, un rifugiato gambiano che a sedici anni ha già assistito alla fine del mondo nella vita reale. Insieme al mitico attore Nick Nolte – che interpreta un regista d’altri tempi –, nel film riscoprirà il cinema. E dunque il senso della vita: il piacere di stare insieme (dopo una lungo periodo di isolamento), l’amore per la cultura (dopo anni di barbarie), per la bellezza (dopo tanto orrore). Soprattutto riscoprono l’importanza di mantenere viva la memoria. Perché, alla fine del mondo, tutto diventa importante. Come l’ultima gravidanza sul pianeta, portata avanti dall’iconica e venerabile Charlotte Rampling, una donna baltica di incerte origini. E dal futuro altrettanto incerto. O gli atti di eroismo o follia – del medico polacco Stellan Skarsgård.
I personaggi di Kalipha e Nick, nel loro epico viaggio verso Atene, portano con loro l’ultimo proiettore per condividere la gioia del cinema, e i pezzi per costruire l’ultima cinepresa. L’ultimo home-movie. L’ultima testimonianza degli ultimi atti della specie. Ad Atene scoprono anche il laboratorio giardino di Alba Rohrwacher, che cerca di far rinascere la natura e salvare l’umanità, prima che tutti muoiano a causa di un virus. Last Words. Un film di fantascienza post-apocalittico o una rappresentazione dell’ultima chance che oggi l’umanità ha oggi di sopravvivere?
Jonathan Nossiter