JUJIRO
Scen.: Teinosuke Kinugasa. F.: Kohei Sugiyama. Scgf.: Yozo Tomonari. Int.: Junosuke Bando (Rikiya), Akiko Chihaya (sua sorella maggiore), Yukiko Ogawa (donna del tiro con l’arco), Ippei Soma (uomo col manganello), Yoshie Nakagawa (vecchia mezzana), Misao Seki (vecchio inquilino), Teruko Nijo (donna scambiata), Myoichiro Ozawa (uomo litigioso). Prod.: Kinugasa Eiga Renmei, Shochiku. 35mm. L.: 1786 m. D.: 87’ a 18 f/s. Bn.
Foto © National Film Archive of Japan
Scheda Film
Dopo Kurutta ichipeiji, Kinugasa tornò alla produzione commerciale convenzionale dirigendo diciannove film in altrettanti mesi. Si trattava per la maggior parte di chanbara (la versione giapponese dei film di cappa e spada). Il secondo dei suoi muti d’avanguardia, Jujiro, apparve subito dopo questa fase artigianale e fu paradossalmente descritto dallo stesso Kinugasa come un “chanbara senza duelli di spade”. Narrativamente più lineare di Kurutta ichipeiji, si svolge nei quartieri del piacere del distretto di Yoshiwara, a Edo (l’odierna Tokyo), e traccia la melodrammatica storia di un uomo che vive con la devota sorella e per amore di una cortigiana finisce accecato durante una lite con un rivale.
Dal punto di vista stilistico il film si distingue per un notevole uso espressionista della luce e dell’ombra, angoli di ripresa originali, rapide carrellate, dissolvenze e sovrimpressioni. John Gillett scrisse che “le strade violente e licenziose del distretto di Yoshiwara […] possiedono un fulgore e una ricchezza sternberghiani”, mentre William O. Gardner afferma che Kinugasa “trova un appropriato equivalente storico della società consumistica moderna e della sua ‘fabbrica dei sogni’ cinematografica nel ‘mondo fluttuante’ (ukiyo) delle cortigiane e dei loro protettori nel Giappone del periodo Edo”. Come per Kurutta ichipeiji, la sopravvivenza del film si deve a un caso fortunato. Dopo averlo completato, Kinugasa lasciò il Giappone per trascorrere due anni all’estero, visitando l’Europa e l’Unione Sovietica. Jujiro divenne così uno dei pochissimi film giapponesi proiettati in Occidente prima della Seconda guerra mondiale: fu infatti presentato a Berlino, Parigi, New York e alla Film Society di Londra (nel gennaio 1930) ottenendo recensioni entusiastiche. La copia proiettata in Gran Bretagna, con didascalie inglesi, passò dalla Film Society al BFI, dove fu conservata, e ha fornito il materiale di partenza per la presente versione.
Alexander Jacoby e Johan Nordström