JUDEX – 5° ep.: Le Moulin tragique
Sog., Scen.: Arthur Bernède, Louis Feuillade. F.: André Glatti, Léon Klausse. Scgf.: Robert-Jules Garnier. Int.: René Cresté (Judex/Jacques de Tremeuse), Musidora (Diana Monti/Marie Verdier), Yvette Andréyor (Jacqueline), Louis Leubas (il banchiere Favraux), René Poyen (il bambino Liquirizia), Édouard Mathé (Roger de Tremeuse), Gaston Michel (Pierre Kerjean), Yvonne Dario (contessa de Tremeuse), Jean Devalde (Moralès), Georges Flateau (il visconte de la Rochefontaine), Olinda Mano (Jean). Prod.: S.E.G. – Société des Etablissements L. Gaumont. DCP. D.: 381’. Bn.
Scheda Film
Nella primavera del 1916 Louis Feuillade deve interrompere il successo strepitoso dei suoi Vampires. La stampa patriottica (e a quanto pare le più alte autorità) è furiosa per l’esaltazione cinematografica di una guerra di criminali al culmine di una guerra sacra. Léon Gaumont e il suo regista preferito devono subito correre ai ripari. Con l’aiuto di Arthur Bernède alla sceneggiatura, elaborano una nuova serie in cui le tenebre di ieri troveranno il loro esatto contrario e in cui la giustizia (judex!) trionferà finalmente sulle azioni dei malfattori che approfittano della disperazione degli innocenti. Per rappresentare la legge trionfante è necessaria una figura esemplare.
Un film danese, Homunculus, propone quella di un supereroe interpretato da Olaf Fønss: mantello e cappello a larghe tese neri come lo sguardo. Sarà il modello per il personaggio centrale della futura opera e per il bell’attore incaricato di indossare un costume destinato a diventare popolare come la tuta di Fantômas: René Cresté, finora relegato a pallidi ruoli di attor giovane. A parte la superba Parigi fantasmatica dei Vampires, mai Feuillade ha inserito il paesaggio nella sua opera con tanta forza e poesia come in Judex. I direttori della fotografia André Glatti e Léon Klausse prendono il posto del mobilitato Georges Guérin, senza che la celebre fotogenia feuilladiana ne risenta, anzi: il Château Rouge (in realtà il Château Gaillard nei dintorni di Les Andelys) è un’indimenticabile scenografia naturale sapientemente associata all’ambientazione del laboratorio di Judex, realizzata come di consueto alla Gaumont, da Robert-Jules Garnier. Va naturalmente ricordato il prestigioso e numeroso cast di Judex, con le sue due eroine contrapposte: l’addolorata Yvette Andréyor, che qui interpreta Jacqueline, un personaggio moltolontano dalla prostituta in Fantômas, e naturalmente la fatalmente velenosa Musidora, l’Irma Vep dei Vampires qui ribattezzata Diana Monti senza perdere nulla della sua perfida eleganza da maschietta ante litteram.
E poi… tocco feuilladiano finale, la presenza dei bambini, determinanti per l’intrigo. Il caro René Poyen, ovviamente, il famoso Bout-de-Zan della serie a lui dedicata, qui nel ruolo parallelo del bambino Liquirizia; questi non perde occasione per tenersi stretta la piccola Olinda Mano, che interpreta il piccolo Jean, il figlio in grave pericolo di Jacqueline. Un giorno Feuillade aveva dichiarato: “Perché un film abbia successo bisogna metterci animali e bambini”. Con Judex dimostrò di averci visto giusto.
Pierre Philippe