INCOMPRESO

Luigi Comencini

Sog.: dal romanzo omonimo (1869) di Florence Montgomery. Scen.: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, con la collaborazione di Lucia Drudy Dembi, Giuseppe Mangione. F.: Armando Nannuzzi. M.: Nino Baragli. Scgf.: Ranieri Cochetti. Mus.: Fiorenzo Carpi. Int.: Anthony Quayle (console Ducombe), Stefano Colagrande (Andrea), Simone Giannozzi (Milo), John Sharp (zio Will), Adriana Facchetti (Luisa), Silla Bettini (maestro di judo), Rino Benini (Casimiro), Georgia Moll (miss Judy). Prod.: Angelo Rizzoli per Rizzoli Film, Istituto Luce.  DCP. D.: 100’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Comencini trasforma un lavoro su commissione (l’adattamento di un classico della letteratura lacrimevole inglese della seconda metà dell’Ottocento) in un film personalissimo e sottile, che insieme alla prima parte di Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano, apre una nuova felice stagione di film sui bambini. Il regista crea “una specie di mondo a parte, slegato dalle contingenze quotidiane e protetto dalla realtà esterna, le cui uniche influenze visibili sono di ordine psicologico […]. Un universo dove la solitudine dei ragazzi è palpabile, misurabile quasi (i lunghi corridoi e le stanze spesso deserte, i viali dei giardini che nascondono i ragazzi allo sguardo della tata), e che finisce per rendere ancora più acuti ed evidenti i problemi psicologici dei due giovani protagonisti. Al centro, a reggere la struttura narrativa del film e a far crescere le emozioni, Comencini mette il confronto/scontro tra due età della fanciullezza, quella pre-morale dell’innocenza infantile e quella già più socializzata e responsabilizzata della primissima pubertà, e la scoperta che i due bambini faranno insieme allo spettatore dell’insensibilità (o della diversa sensibilità) del mondo degli adulti. […] Il film procede per scene giustapposte, apparentemente slegate le une dalle altre, saltando molti degli snodi che altri registi si sarebbero preoccupati di esplicitare e che invece Comencini cancella intenzionalmente […] quasi che l’occhio del regista si voglia adeguare a quello infantile, più emotivo che didascalico, più reattivo che veramente esplicativo (narrativo).”

(Paolo Mereghetti, in Luigi Comencini. Il cinema e i film, a cura di Adriano Aprà, Marsilio, Venezia 2007).

Copia proveniente da