IL PIANTO DELLE ZITELLE

Giacomo Pozzi-Bellini

Scen.: Emilio Cecchi. F.: Angelo Jannarelli. Mus.: Luigi Colacchi. Prod.: Lumen Veritas S.A. DCP. D.: 19’. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Considerato il primo esempio di documentario antropologico in Italia e per alcuni anticipatore del linguaggio neorealista, racconta il pellegrinaggio che le genti di Ciociaria e d’Abruzzo compiono ogni anno al Santuario della Santissima Trinità a Vallepietra, sul monte Autore, la domenica dopo la Pentecoste. Culmine della festa il cosiddetto ‘pianto delle zitelle’, il canto delle giovani ragazze non maritate del paese. È il primo dei due soli film girati da Giacomo Pozzi-Bellini, raffinato intellettuale affermatosi nel secondo dopoguerra soprattutto come fotografo d’arte e di reportage, che all’inizio degli anni Trenta era stato assunto alla Cinescome assistente del direttore Ludovico Toeplitz collaborando alla scrittura di alcune sceneggiature con Mario Soldati e con Alberto Moravia. Nonostante un premio alla Mostra del cinema di Venezia del 1939, il film fu pesantemente tagliato dalla censura fascista e ridotto a meno della metà della durata originale per via dell’immagine eccessivamente arcaica e crudamente realistica che restituiva dell’Italia contadina (“un corto anticonformista in cui il folklore assunse un deciso valore polemico” secondo Roberto Nepoti), lontana dai canoni imposti dal regime. Pozzi-Bellini, oggi riscoperto grazie alle ricerche della studiosa Elisabetta Giovagnoni, riuscì a salvare il lavoro originale depositando il negativo alla Cinémathèque française grazie all’aiuto dell’amico Henri Langlois. Vent’anni dopo Gian Vittorio Baldi ritornerà sugli stessi luoghi girando un corto con lo stesso titolo.

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2024 da Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire dal negativo originale e dalla copia di prima generazione presentata alla VII Mostra del Cinema di Venezia. Grading supervisionato da Luca Bigazzi. Un ringraziamento speciale a Elisabetta Giovagnoni e Aldo Bonzi