GÖSTA BERLINGS SAGA – Parte I

Mauritz Stiller

Sog.: dal romanzo omonimo (1891) di Selma Lagerlöf. Scen.: Mauritz Stiller, Ragnar Hyltén-Cavallius. F.: J. Julius [Julius Jaenzon]. Scgf.: Ragnar Brattén, Erik Jerken, Vilhelm Bryde. Int.: Lars Hanson (Gösta Berling), Gerda Lundequist (Margaretha Samzelius), Ellen Cederström (contessa Märtha Dohna), Torsten Hammarén (Henrik Dohna), Greta Garbo (Elisabeth Dohna), Mona Mårtenson (Ebba Dohna), Sixten Malmerfelt (Melchior Sinclaire), Karin Swanström (Gustafva Aurore Sinclaire), Jenny Hasselquist (Marianne). Prod.: AB Svensk Filmindustri. DCP. D.: 106’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Gösta Berlings saga – storia di un prete alcolizzato che entra a far parte di una comunità di cavalieri non più giovani ospitati dall’esuberante moglie di un maggiore dell’esercito – era per il regista Mauritz Stiller il terzo film tratto dalle opere del premio Nobel Selma Lagerlöf. L’autrice era rimasta soddisfatta di Herr Arnes pengar (Il tesoro di Arne, 1919), ma non di Gunnar Hedes saga (1923), poiché riteneva che Stiller si fosse preso troppe libertà con il romanzo, En herrgårdssägen (Il violino del pazzo). Dopo aver letto la sceneggiatura di Gösta Berlings saga, Lagerlöf autorizzò l’adattamento e accettò quindi che il suo nome figurasse nei titoli di testa; se ne pentì vedendo il film finito, poiché dopo la sua approvazione erano state apportate varie modifiche alla sceneggiatura.
Quando iniziarono le riprese, nell’agosto del 1923, due delle principali parti femminili – Elisabeth Dohna e sua cognata Ebba Dohna – non erano ancora state assegnate. Stiller contattò il collega regista Gustaf Molander, che allora era anche il direttore della scuola del Teatro reale drammatico di Stoccolma. Molander gli suggerì due sue allieve, Greta Gustafsson e Mona Mårtenson. Stiller seguì il consiglio del collega, e durante le riprese la giovane Greta Gustafsson cambiò il proprio cognome in Garbo. Il resto, come si suol dire, è storia (del cinema)!
Garbo si distingue nel ruolo della moglie italiana dell’ottuso figlio di un conte (anche se appare per la prima volta solo verso la fine della prima parte), e la sua corsa su una slitta tirata da cavalli sul lago ghiacciato in compagnia di Lars Hanson mentre i lupi li inseguono è una scena emblematica nella storia del cinema svedese. Anche Gerda Lundequist offre un’interpretazione memorabile, come maestra di cerimonie nel palazzo in cui alloggiano i cavalieri.
Il film fu originariamente presentato in due parti, proiettate a una settimana di distanza l’una dall’altra (il 10 e il 17 marzo 1924), e in occasione di questa prima internazionale del più recente restauro le due parti sono nuovamente proiettate separatamente (come nell’originale, la seconda inizia con un breve riassunto degli eventi della prima).

Jon Wengström

Copia proveniente da

Restaurato nel 2022 da Svenska Filminstitutet a partire da un duplicato positivo e da un duplicato negativo 35mm conservati presso Svenska Filminstitutet, da una copia nitrato imbibita conservata presso Cinemateca portuguesa e da una copia acetato in bianco e nero 35mm conservata presso Gosfil’mofond. Copie nitrato imbibite conservate presso Deutsche Kinemathek e La Cinémathèque française sono state usate come riferimento per il montaggio e il restauro del colore