FAUBOURG MONTMARTRE

Raymond Bernard

Sog.: dal romanzo omonimo (1914) di Henri Duvernois. Scen.: Raymond Bernard. F.: Victor Arménise. Scgf.: Jean Perrier. Mus.: André Roubaud. Int.: Gaby Morlay (Ginette Gentilhomme), Line Noro (Céline Gentilhomme), Charles Vanel (André ‘Dédé’ Marco), Pierre Bertin (Frédéric Charençon), Florelle (Irène), Pauline Carton (zia Aurélie), Ketty Pierson (Louise ‘Loulou’), Antonin Artaud (Follestat). Prod.: Pathé-Natan. DCP. D.: 115’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nel 1931, quando firma con la Pathé Natan, Raymond Bernard si trova a un bivio come tutti i grandi registi del muto. Deve inventarsi una storia che unisca suono e immagine. Tralasciando i grandi film storici, trova un soggetto contemporaneo in un romanzo di Henri Duvernois pubblicato nel 1914, Faubourg Montmartre, nel quale due sorelle rischiano di precipitare nel losco mondo della droga e della prostituzione. Bernard ne trae un film d’atmosfera, sperimentando con rigore la registrazione dei rumori, dei dialoghi e della musica e creando un affresco intimista su un quartiere popolare di Parigi.
Bernard è consapevole che “il suo ruolo era stato sminuito dal parlato. Una parola può fare effetto quanto un’immagine, se non di più”. Ma non lasciandosi ostacolare dal suono, utilizza con intelligenza i rumori del traffico, coglie l’atmosfera dei music-hall e dei bistrot popolari, l’eloquio esplicito delle prostitute. Nel 1931 è un lavoro complesso, poiché l’uso del microfono è stato introdotto solo di recente nei teatri di posa.
Commedia drammatica, Faubourg Montmartre comprende stupende esibizioni della vedette Florelle, della cantante Fréhel e di Antonin Artaud, in risalto nella scena dello charivari. Il cast, proveniente dal teatro e dal music-hall, è perfettamente azzeccato.
In “Cinémagazine” (n.1031-10), l’allora critico Marcel Carné definisce il film “Un lungo grido di pietà e d’amore. Pur chiudendosi su un raggio di speranza, raggiunge a tratti un’emozione struggente della migliore qualità ed è, nel suo insieme, di un interesse eccezionale”.

Lenny Borger

Copia proveniente da

Restaurato nel 2018 da Pathé grazie al sostegno di CNC – Centre national de la cinématographie et de l’image animée presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire dai negativi originali