COUP POUR COUP
Scen.: Marin Karmitz. F.: André Dubreuil. Prod.: Marin Karmitz per Mk2 Productions, Cinema Services, WDR – WestDeutscher Rundfunk. DCP. D.: 90’. Col.
Scheda Film
Dopo Sept jours ailleurs e Camarades, due film di finzione intrisi dello spirito contestatario dell’epoca (girati rispettivamente nel 1967 e nel 1969), Marin Karmitz, allora militante della Gauche prolétarienne, immagina per il suo terzo lungometraggio un dispositivo che stravolge le regole della creazione cinematografica. La sceneggiatura, che ripercorre uno sciopero selvaggio in una fabbrica tessile, si fonda sulle testimonianze di decine di lavoratrici. Sul set, le attrici previste all’inizio sono presto sostituite da vere operaie.
Se si può parlare di cinema d’intervento, l’espressione è valida in entrambi i sensi: l’artista interviene nel campo della politica ma le operaie intervengono a loro volta sulle riprese del film, offrendo il loro parere su una scena o improvvisando i dialoghi. Questo metodo originale si rivela di un’efficacia formidabile, producendo sullo schermo una straordinaria impressione di vitalità. Coup pour coup presenta la quotidianità alienante della fabbrica, con il frastuono dei macchinari, le angherie dei capireparto e i ritmi infernali, prima di raccontare la ribellione, che passa per l’occupazione dello stabilimento e il sequestro del padrone. La macchina da presa si posiziona all’altezza di queste donne che entrano in agitazione, le accompagna nelle loro azioni e nei loro dibattiti, si fa testimone della loro rabbia e della loro gioia.
La durezza del conflitto non preclude infatti momenti d’allegria alle combattenti sulla strada dell’emancipazione, che cantano in coro il malcontento per la loro condizione (“Quand on rentre à la maison / Le mari remplace le patron”). Alla sua uscita, nel 1972, questo film in forma d’appello alla rivolta contro tutte le forme di potere (compreso quello delle organizzazioni sindacali) fatica a essere distribuito nel circuito tradizionale. “È anche grazie a questa esperienza che ho preso coscienza dell’importanza della gestione delle sale cinematografiche”, racconta Karmitz nel libro Comédies (Fayard, 2016). Nel 1974 aprirà a Parigi il suo primo cinema, il 14-Juillet Bastille, ribattezzato nel 1998 mk2 Bastille.
Julien Dokhan, “Troiscouleurs”, n. 159, marzo-aprile 2018