CINÉGRAPHIES, LES FEMMES DE LA TEMPÊTE (PART I)

Céline Ruivo

M.: Sandrine Rommet-Lemone. Int.: Céline Ruivo. Charles De Ladoucette (voci narranti). Prod.: Laurence Milon Stéphane Jourdain. DCP. D.: 60’. Bn e Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un corpo femminile in abito da sposa si muove dall’alto verso il basso, affondando, attratto da una forza di gravità. La donna affonda e poi guarda avanti. Ci sta fissando. Questa scena disturbante, tratta da Ritual in Transfigured Time di Maya Deren, è in negativo. È un’“immagine-rifugio” che perseguita la narratrice del documentario. Diventa fonte di ispirazione e di ossessione, e forza trainante di un diario filmato in Super 8 e in video che va alla ricerca di un’avanguardia femminile. In questa prima parte, ambientata a New York, la narratrice si concentra su tre filmmaker attive dalla fine degli anni Settanta fino a oggi. Peggy Ahwesh, Jeanne Liotta e Su Friedrich girarono film dagli stili radicalmente diversi. I legami tra le tre donne emergono quando parlano dei loro metodi di lavoro e degli strumenti che hanno usato, o di come abbiano contribuito e appoggiato i reciproci progetti. Il viaggio a New York riporta a galla storie di fantasmi del Greenwich Village, che fu la fucina di un’avanguardia artistica oggi scomparsa e il luogo in cui viveva Maya Deren. Il titolo Cinégraphies è stato preso in prestito da una rivista francese degli anni Venti dedicata all’avanguardia ed è un concetto usato anche negli scritti della regista francese Germaine Dulac, la cui opera è esplorata nella seconda parte del documentario (prevista per il 2025).

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