AZ OBSITOS

Béla Balogh

T. int.: The Soldier on Leave. Scen.: da una pièce di Károly Bakonyi. F.: Béla Zsitkovszky. Int.: Ilona Mattyasovszky (Juliska), Attila Petheő (Gyuri), Ottó Torday (András), Juci Boyda (Málcsika), Margit Papír (Málcsika da giovane), Ágh Ilona Veszpréminé (madre di Gyuri), János Komjáthy (Mózsi Buzogány), Gusztáv Vándory (Józsi). Prod.: Astra Film Budapest. 35mm (blow-up da una pellicola 17,5mm). Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il film si ispira a un’opera teatrale tratta da un’operetta andata in scena con successo prima della guerra non solo in Ungheria ma anche a Vienna e negli Stati Uniti. La trama, ambientata in un villaggio e al fronte, era dunque ampiamente nota al pubblico.
Un giovane, reduce da una delusione d’amore, lascia la casa paterna, la madre e la bellissima sorella per fare il soldato. In guerra conosce un commilitone che è praticamente il suo sosia e che rimane al suo fianco fino alla morte. Quando quest’ultimo va a comunicare la triste notizia ai familiari del soldato, questi lo scambiano per il congiunto. Il film è portatore di un coraggioso messaggio pacifista. All’inizio e alla fine un angelo della pace appare sulla linea del fronte per riconciliare i soldati delle due fazioni, e sorprendentemente presenta la guerra come se fosse già finita.
Il regista era un invalido di guerra e questo era uno dei suoi primi film. I suoi protagonisti maschili erano anch’essi reduci, e uno di loro aveva combattuto sul fronte italiano e su quello francese. Le scene, con poche eccezioni, furono girate in esterni, e questo all’epoca fece sensazione. Non c’era niente di artificioso nella recitazione degli attori, alcuni dei quali si trovavano per la prima volta davanti a una macchina da presa. Ciò produce spesso la sensazione di assistere a un film neorealista ante litteram.
La pellicola è sopravvissuta in una copia Pathé Rural in formato 17,5 mm, cosa che rese molto arduo il restauro eseguito alla fine degli anni Ottanta, quando le tecnologie erano assai meno avanzate rispetto ad oggi. La copia che vedrete è dunque ben lungi dall’essere perfetta. Il film ha inaugurato il progetto di restauro di film muti del Magyar Nemzeti Filmarchívum e la copia è tutt’altro che perfetta.

Márton Kurutz

Copia proveniente da