L’idea del film

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“Ricordo molto, molto bene come è nato L’appartamento. Vidi Breve incontro di David Lean, e nel film Trevor Howard era il protagonista. Un uomo sposato ha una relazione con una donna sposata, e usa l’appartamento di un compagno per i suoi scopi sessuali. Ho sempre avuto in testa che l’amico di Trevor Howard, che appare solo in una o due piccole scene, che torna a casa e si getta sul letto caldo che gli amanti hanno appena lasciato, sarebbe stato un personaggio molto interessante”.
Billy Wilder

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Fu così, da un personaggio secondario di un altro film, che Wilder trasse spunto per il suo C.C. Baxter e si appuntò alcune note su un taccuino che avrebbe poi ripreso in mano anni dopo, al termine della lavorazione di A qualcuno piace caldo, altro film con Jack Lemmon.  

L’idea per la trama venne invece da una notizia che fece scandalo in quel periodo: 
“Un agente che aveva una relazione con una cliente venne ucciso dal marito della donna. Ma l’interessante era che lui stava usando l’appartamento di uno dei suoi sottoposti all’agenzia. Quello ci dette il tipo di relazione giusta per la trama, qualcuno che sta usando il più basso della sua compagnia, approfittando del suo appartamento”.
(I.A.L. Diamond)

Il Diamond a cui si è appena fatto riferimento è lo sceneggiatore premio Oscar del film, ed è stato forse il più stretto collaboratore di Billy Wilder, il loro sodalizio durò infatti oltre vent’anni. Insieme idearono alcuni capolavori wilderiani, da Arianna (1957) a A qualcuno piace caldo (1959), da Irma la dolce (1963) a Non per soldi … ma per denaro (1966).

Nel prezioso libro intervista di Cameron Crowe, alla domanda “Cosa può dirmi di Diamond?” Il regista rispose così: 

Io e Iz siamo stati insieme per venti-venticinque anni e non abbiamo mai parlato di faccende personali neanche una volta. Era perfetto. Al mattino arrivavamo in ufficio alla stessa ora; lui prendeva l’ Hollywood Reporter, io Variety. Poi ci scambiavamo i giornali e dicevamo ‘Dove eravamo rimasti?’.
Era un uomo unico. Proprio unico.  Era bello discutere con lui dei dialoghi o della struttura di un film, e poi veniva sempre sul set”.


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