FRANCO & HOLLYWOOD

Michel Viotte

Scen., F.: Michel Viotte. M.: Victor Rojas Ulloa. Int.: Nicolas Sesma, Neal Rosendorf, Vicente J. Benet, Ana Asion Suner, William Bronston, Samuel Blumenfeld, Antonio Olivares, Luiz Campos Fernandez. Prod.: Francois Duplat, Amaury Lafarge per Bel Air Media, Eddy Story. DCP. D.: 62’. Bn e Col.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dopo la Seconda guerra mondiale le nazioni occidentali rifiutano in massa di intrattenere rapporti con il regime di Franco. Ma la guerra fredda rappresenta un’occasione per rimescolare le carte: ferocemente anticomunista, il dittatore sviluppa tempestivamente una relazione bilaterale con gli Stati Uniti che intende sfruttare per risanare le finanze della Spagna. In questo contesto il cinema hollywoodiano svolge un ruolo cruciale: le riprese di superproduzioni americane sul suolo spagnolo assicurano un prezioso afflusso di valuta estera, ma soprattutto i film – i cui contenuti sono strettamente sorvegliati dalla censura – offrono al paese una vetrina formidabile, valorizzando la bellezza e la varietà dei suoi scenari naturali e l’originalità della sua cultura.
La United Artists, che non dispone di strutture per le riprese in California, è il primo grande studio a lanciare produzioni di ampio respiro in Spagna, come Alessandro il Grande (1956), Orgoglio e passione (1957), e Salomone e la regina di Saba (1959). Ma l’incursione del cinema americano in Spagna raggiunge l’apice con il produttore indipendente Samuel Bronston, che costruisce a Madrid un vero e proprio impero. Bronston porta all’estremo la logica di collaborazione con il potere, arrivando perfino ad agire come intermediario presso il regime per l’importazione di materie prime. Scenografie faraoniche, folle di comparse, cast stellari… Con la regia dei professionisti più affermati e prestigiosi di Hollywood ciascuna nuova produzione cresce a dismisura, in uno sperpero insensato di mezzi: Il re dei re (1961), El Cid (1961), 55 giorni a Pechino (1963), La caduta dell’impero romano (1964). Nel giro di appena due decenni, il soft power del cinema americano contribuisce così pienamente alla trasformazione dell’immagine della Spagna e allo sviluppo accelerato della sua industria turistica, pianificato dal regime. Il risultato è spettacolare: nei soli anni Sessanta, sulla scia di Charlton Heston, Ava Gardner e John Wayne, quasi quattro milioni di turisti americani si mettono in viaggio verso Madrid o Barcellona.

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