GRANDS-MÈRES DE L’ISLAM
F.: Jacques Bouquin. M.: Juliette Bort. Prod.: Jean Frapat per TF1, Institut National de l’Audiovisuel. DCP. D.: 36’. Col.
Scheda Film
“Ho avuto troppi figli… è questo che gli rimprovero”. Sulla scia di Mais qu’est-ce qu’elles veulent?, Coline Serreau interpreta liberamente l’opportunità concessa dal produttore televisivo Jean Frapat a vari cineasti, tra cui Chantal Akerman e Jean Eustache. Anziché andare a filmare le sue, di nonne, la regista si immerge nella quotidianità di due famiglie musulmane originarie dell’Algeria e stabilitesi a Gardanne (Bouches-du-Rhône). La prima nonna, Zora, ha avuto venti figli (e poi tre nipoti) da un marito che non conosceva prima del matrimonio: sebbene in casa regni l’allegria, nessuno è cieco di fronte alle evidenti disuguaglianze che vi persistono. La seconda, Kheira, racconta invece la lunga battaglia per ritrovare il figlio sottrattole dal primo marito: non si fiderà mai più di un uomo… Emancipazione, discriminazione, rapporto con la religione e con la Francia: sorretto dai primissimi piani firmati da Jacques Bouquin (di cui si ricordano le collaborazioni, fra gli altri, con Edgardo Cozarinsky, Pierre Beuchot, Simone Bitton), l’impianto intimista ideato da Serreau fa miracoli, accogliendo voci dolci e amabili che attendevano solo di essere ascoltate.
Gautier Roos