Mer

28/06

Cinema Arlecchino > 18:00

CLASSE TOUS RISQUES

Claude Sautet
Introduce

Pierre Olivier (TF1)

Info sulla
Proiezione

Mercoledì 28/06/2023
18:00

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

CLASSE TOUS RISQUES

Scheda Film

Qui, prima ancora che nelle opere maggiori di Melville, stanno le vere origini del moderno poliziesco europeo. Origini che dobbiamo dunque a Claude Sautet – alle cui successive esplorazioni della classe media il film è profondamente legato – e a José Giovanni, il cui contributo ad altri due capolavori come Il buco e Tutte le ore feriscono… l’ultima uccide fu altrettanto decisivo. Tutta la grandezza di Sautet è già presente in questo primo film, che inizia come una saga familiare e presto diventa una profonda indagine sulla perdita e sul prezzo del crimine, con le sue conseguenze emotivamente intollerabili. I volti di Lino Ventura e di Jean-Paul Belmondo illuminano lo schermo e ci ricordano quale favoloso regista di attori sia sempre stato Sautet.
Abel Davos vuole tornare con la sua famiglia in Francia. Da Milano manda moglie e figli piccoli alla frontiera, dove attendono ansiosamente il suo arrivo. Quando Abel finalmente appare, la moglie gli corre incontro e lo abbraccia: “Abel, non ne potevo più”. I soldi per il viaggio non ci sono e Abel conosce “solo un modo per procurarseli”: insieme a un amico compie una brutale rapina. Dopo la sparatoria con la polizia, la figura di Davos chino sulla moglie si distingue appena nell’oscurità, visione rapida e tragica. Poi la scena degli investigatori sulla spiaggia ha di nuovo un tono da reportage.
Davos si ritrova a essere l’unico genitore di due bambini che non può nemmeno incontrare. Le giornate scorrono via e sono già notti, in un’indistinta terra di confine. L’approccio è hemingwayano, ogni traccia d’emozione eliminata. Si va dritti al punto. Pure, scene rese con immagini fulminee acquistano la più grande risonanza emotiva. I personaggi sono come nomadi in riva al mare, in immagini che ricordano Fellini e in particolare La strada.
A questo punto Davos decide di costruire, con i frammenti disperati che gli restano, una felicità e un futuro per i suoi figli, una vita dalla quale lui sarà escluso. Lucidamente si prepara a recitare la parte che gli spetta nel copione della propria vita, storia di autodistruzione annunciata in un mondo dominato dal tradimento e dai codici d’onore. E in quella parte troverà la misura di se stesso.

Peter von Bagh, da Rikoksen hehku [Il calore del crimine], Otava, Helsinki 1997. A cura di Antti Alanen

Cast and Credits

og.: dal romanzo omonimo (1958) di José Giovanni. Scen.: José Giovanni, Claude Sautet, Pascal Jardin. F.: Ghislain Cloquet. M.: Albert Jurgenson. Scgf.: Rino Mondellini. Mus.: Georges Delerue. Int.: Lino Ventura (Abel Davos), Sandra Milo (Liliana), Jean-Paul Belmondo (Erik Stark), Marcel Dalio (Arthur Gibelin), Jacques Dacqmine (commissario Blot), Claude Cerval (Raoul Fargier), Michel Ardan (Henri Vintran/Riton), Simone France (Thérèse Davos), Michèle Méritz (Sophie Fargier), Evelyne Ker (figlia di Gibelin). Prod.: Robert Amon, Jean Darvey per Zebra Film, Films Odéon, Filmsonor, Mondex Films. DCP. Bn.