Con gli occhi di Martina

La scelta di Giorgio Diritti è stata quella di affidare al più innocente degli sguardi il racconto di un così grave capitolo della Storia. Il punto di vista è infatti quello di Martina, una bambina nata e cresciuta in una famiglia contadina della zona.

Martina, pur avendo solo otto anni, ha già dovuto affrontare la tragica perdita di un fratellino, evento che le ha portato via la parola. Il suo sguardo è  indagatore, curioso, attento e spesso stupito nei confronti di ciò che le accade intorno: così da una parte esso percepisce e registra l’approssimarsi sempre più invasivo della guerra nella vita della piccola comunità rurale, dall’altra però si sofferma con eguale attenzione sugli accadimenti quotidiani, su ciò che concerne più la vita che la morte. L’intero racconto è cadenzato nei nove mesi che mancano alla nascita di un nuovo fratellino atteso dalla bambina con grande trepidazione. Nel frattempo gli Alleati stanno avanzando verso nord e allora la speranza di una nuova nascita si lega indissolubilmente alla fiducia nel futuro.

Purtroppo, gli eventi prendono un’altra piega e ancora una volta è attraverso gli occhi di Martina, che si vede irrompere l’orrore nella vita degli abitanti di Monte Sole e come lei si rimane attoniti di fronte a ciò che accade, ciò che appare terribile e inspiegabile, ma sempre a lei è infine affidato il ruolo di portavoce e di custode di una nuova speranza.

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