LA MONTAÑA SAGRADA

Alejandro Jodorowsky

F.: Rafael Corkidi. M.. Federico Landeros. Mus.: Don Cherry, Ronald Frangipane, Alejandro Jodorowsky. Int.: Horacio Salinas (il Ladro), Alejandro Jodorowsky (l’Alchimista), Zamira Saunders (l’assistente dell’Alchimista), Juan Ferrara (Fon), Adriana Page (Isla), Burt Kleiner (Klen), Valerie Jodorowsky (Sel), Nicky Nichols (Berg), Richard Rutowski (Axon), Luis Lomelí (Lut). Prod.: Roberto Viskin, Alejandro Jodorowsky per ABKCO Films, Inc. DCP. D.: 115’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La montaña sagrada inizia in una stanza misteriosa nella quale una figura sciamanica nota come l’Alchimista sveste due gemelle bionde, toglie loro le unghie finte e i gioielli e rasa loro il capo. A quel punto il film si fa veramente bizzarro.
La pellicola Jodorowsky, che alla sua uscita fece scandalo, è una satira abbagliante, sconclusionata e spesso incoerente sul consumismo, il militarismo e lo sfruttamento occidentale delle culture del Terzo mondo. Si snoda come un trip psichedelico, il che non sorprende dato che era stato preceduto da un cult come El Topo.
Le libere associazioni della trama seguono un personaggio cristico, il Ladro, che ci appare per la prima volta steso in una strada polverosa, coperto di mosche e inzuppato della propria urina. Viene salvato (forse resuscitato) da un nano senza braccia e da una banda di ragazzi nudi, poi vaga nella città osservando le follie della vita moderna, tra cui un massacro di manifestanti per mano di poliziotti antisommossa (incidente fotografato da ricchi turisti) e un omaggio alla conquista spagnola del Messico, rievocata da lucertole in costume su un modello in scala delle piramidi azteche.
Nella seconda metà del film il Ladro si aggrega a un gruppo di figure religiose emblematiche riunite dall’Alchimista per attaccare la fortezza in cima a una montagna in cui vivono i dominatori della società, gli Immortali. La missione si conclude con una battuta postmoderna in cui si suggerisce che anche i film sono sostanze stupefacenti, e che la rivoluzione non potrà aver luogo finché non abbandoneremo le nostre abitudini.

Matt Zoller Seitz, Modern Life, in All Its Mystery and Madness, “New York Times”, 18 aprile 2017

Tra i primati che La montaña sagrada può vantare, uno è certamente il più ambizioso: mettere in scena per la prima volta nella storia del cinema, usando personaggi e pretesti narrativi, il mito alchimistico già affidato nei secoli passati ad occulte raffigurazione zoo-mitologiche. Jodorowsky dimostra nel film una precisa conoscenza di quella simbologia, sia nella scelta dei protagonisti che nelle fasi del loro itinerario verso l’Illuminazione.[…] Situandosi alla confluenza tra mitologia e catastrofismo storico, simbologia esoterica e ricalchi artistici, tra il realismo magico della narrativa sudamericana (García Márquez, Loyola Brandão) e la visionarietà dei comics, La montaña sagrada è simile allo Zodiaco. Per quanto completo, contiene una tale diversità di segni da ipnotizzare lo spettatore, come guardando fisso in un prisma luminoso a mille facce ruotanti.

Massimo Monteleone, La talpa e la fenice. II cinema di Alejandro Jodorowsky, Granata Press, Bologna 1993

Copia proveniente da

Restaurato nel 2019 da Arrow Films in collaborazione con Abkco Films presso il laboratorio Silver Salt Restoration a partire dal negativo originale Techniscope