BLUE VELVET

David Lynch

Sog., Scen.: David Lynch. F.: Frederick Elmes. M.: Duwayne Dunham. Scgf.: Patricia Norris. Mus.: Angelo Badalamenti. Int.: Kyle MacLachlan (Jeffrey Beaumont), Isabella Rossellini (Dorothy Vallens), Dennis Hopper (Frank Booth), Laura Dern (Sandy Williams), George Dickerson (detective John Williams), Hope Lange (signora Williams), Priscilla Pointer (signora Beaumont), Dean Stockwell (Ben), Jack Nance (Paul), Francis Bay (zia Barbara). Prod.: Fred Caruso per Blue Velvet Productions. DCP. D.: 120’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Blue Velvet non è un film per tutti. Ad alcuni piacerà un sacco, ma abbiamo anche assistito a reazioni estremamente negative. Abbiamo fatto una proiezione in anteprima nella Valley ed è stata un disastro. La gente lo ha trovato disgustoso e morboso. E chiaramente lo è, ma ha due facce. Io credo che i film debbano avere il potere del bene e quello dell’oscurità, per poter dare dei brividi e scuotere un po’ gli animi. […]
Blue Velvet è un film molto americano. Visivamente sono stato ispirato dalla mia infanzia a Spokane, nello stato di Washington. Lumberton è un nome vero: ci sono molte Lumberton in America. L’ho scelto in modo da avere distintivi di polizia e cose del genere, perché era una cittadina vera. Poi la mia immaginazione ha preso il volo e così ecco i camion della legna che attraversano l’inquadratura e quel motivetto alla radio – “Al primo tonfo di un albero…” – tutto questo è stato una conseguenza della scelta del nome.
C’è una dimensione autobiografica. Kyle veste come me. Mio padre faceva il ricercatore scientifico per il Dipartimento dell’Agricoltura a Washington. Eravamo sempre nei boschi. Quando ce ne siamo andati ero stufo marcio dei boschi, ma ancora oggi i tronchi, i taglialegna… tutto questo per me è l’America, come le staccionate e le rose nella sequenza iniziale. Quell’immagine è talmente impressa nella mia memoria, e mi rende così felice. Fa parte dell’infanzia di molti di noi. […]
Blue Velvet è un viaggio sotto la superficie di una cittadina americana, ma è anche una sonda lanciata nell’inconscio o in un luogo in cui si affrontano cose che normalmente non incontri. Uno dei tecnici del suono l’ha definito un incrocio fra Norman Rockwell e Hieronymus Bosch. È un addentrarsi il più possibile in quella dimensione, per poi uscirne. C’è un punto di immersione totale, e da lì si riaffiora.

David Lynch, intervista di David Chute, Out to Lynch, in “Film Comment”, vol. 22, n. 5, ottobre 1986, trad. it. in Perdersi è meraviglioso. Interviste sul cinema, a cura di Richard A. Barney, Minimum Fax, Roma 2012

Copia proveniente da

per concessione di Park Circus.
Restaurato in 4K nel 2019 da Criterion con la supervisione di David Lynch