Dracula
T.It.: Dracula Il Vampiro; Sog: Dal Romanzo Omonimo Di Bram Stoker; Scen.: Jimmy Sangster; F.: Jack Asher; Mo.: Bill Lenny, James Needs; Scgf.: Bernard Robinson; Cost.: Mol- Ly Arbuthnot; Eff. Spec.: Syd Pearson; Tru: Phil Leakey, Roy Ashton; Mu.: James Bernard; Su.: Jock May; Int.: Peter Cushing (Dottor Van Helsing), Christopher Lee (Il Conte Dracula), Michael Gough (Arthur Holmwood), Melissa Stribling (Mina Holmwood), John Van Eyssen (Jonathan Harker), Carol Marsh (Lucy), Valerie Gaunt (La Donna Vampiro), Olga Dickie (Gerda), Charles Lloyd Pack (Dr. Seward), Janina Faye (Tania), George Woodbridge (Il Proprietario), Barbara Archer (Inga); Prod.: Anthony Hinds Per Hammer Films; Pri. Pro.: 8 Maggio 1958; 35mm. D.: 82′. Col.
Scheda Film
Il restauro di quello che molti fan ritengono essere il migliore horror della Hammer ha richiesto un vasto lavoro di ricerca sulle presunte scene censurate. Non diversamente dalla vicenda stessa di Dracula, verità e leggenda erano indissolubilmente unite. La ricerca delle scene mancanti ci ha portati a consultare ogni possibile risorsa esistente, dai materiali della collezione Warner Bros a quelli di un archivio giapponese. Le scene censurate dal BBFC (British Board of Film Censorship) nella versione inglese del film, incluse invece in quella americana, sono state così recuperate. La maggior parte delle versioni cinematografiche e video del film, inoltre, presentavano il titolo americano Horror of Dracula. Abbiamo quindi recuperato il titolo originale con cui il film venne distribuito in Inghilterra, con la sua caratteristica “D” illuminata. Il restauro è stato curato da Ben Thompson del laboratorio del BFI National Archive, che ha portato a termine il lavoro con estrema cura e perfezionismo. Un ringraziamento particolare va a Richard Dayton ed Eric Aijala dei Laboratori YCM, così come a Tim Everett, Ned Price e Bill Rush della Warner Bros. Il film è stato restaurato a partire dal negativo originale, fatta eccezione per il titolo inglese e per le scene censurate, tratte da duplicati negativi appartenenti agli archivi della Warner Bros. Il film venne distribuito in copie IB-Technicolor, e Richard Dayton dei Laboratori YCM di Burbank ha lavorato insieme a Ben Thompson per ricreare il particolare aspetto di questo sistema. La versione restaurata del film verrà distribuita in Inghilterra entro quest’anno e Dracula si unirà alle numerose altre opere fondamentali nella storia del cinema inglese che il BFI National Archive ha preservato nel corso degli anni. Il film è stato restaurato grazie al generoso contributo di Simon Hessel.
Andreas Kalas, Senior Preservation Manager, BFI National Archive
Dopo avere restituito all’Inghilterra il mito prometeico di Frankenstein e della sua creatura, Terence Fisher ricondusse in Europa anche la leggenda di Dracula, affrancandola dalle parodie e dalla serie “Z” hollywoodiane. Ottenne un fenomenale, inatteso successo internazionale e inaugurò un lungo (e deludente) filone. Nel decennio aureo delle produzioni Hammer Films (1956-1965), Fisher avrebbe resuscitato un’intera cosmogonia di mostri (la mummia, mister Hyde, il licantropo, il fantasma dell’Opera, la Gorgone), ma fu il conte vampiro a diventare la figura forse più emblematica del cinema horror britannico tra gli anni cinquanta e settanta. Il regista e lo sceneggiatore Sangster condensarono abilmente l’azione del romanzo di Stoker, introducendo alcune varianti significative: Harker, sulle prime presentato come l’eroe che si avventura nel castello di Dracula, viene subito sconfitto e vampirizzato, quindi è impalato da Van Helsing. Nella visione di Fisher e nell’interpretazione “fisica” e suadente di Christopher Lee, Dracula diviene un inesorabile, magnetico seduttore, dalla bellezza algida e dalle movenze di lupo, un fantasma erotico che calamita i desideri e la carnalità delle donne (si pensi alla sequenza in cui Lucy si strappa con voluttà il crocefisso per concedersi al piacere dei morsi). Gli accesi cromatismi della fotografia di Asher e l’efficace, esplicita crudeltà di alcune sequenze accentuano la dimensione visionaria che aleggia nel film, dove Dracula incombe in modo ancora più inquietante forse perché è effettivamente visibile soltanto per un quarto d’ora. Il carisma erotico del vampiro e il suo potere di seminare il caos si contrappongono all’ingessata società vittoriana senza mai smentire il moralismo prevedibile di Fisher che, a differenza del dottor Frankenstein (cui consacrerà una saga), dedicherà ai vampiri solo altri due film (The Brides of Dracula, 1960, senza il conte e senza Lee, e Dracula Prince of Darkness, 1965).
Roberto Chiesi