ESCALA EN LA CIUDAD
Sog.: Alberto de Zavalía. Scen.: Carlos Adén [Luis de Elizalde]. F.: John Alton. Scgf.: Raúl Soldi. Mus.: Mimi Gray, Alberto Sayons, Dick Johnson, Héctor Lagna Fietta. Int.: Esther Vani (Estrella), Cecilia Lezard (Pamela Pérez), Héctor Cataruzza (Jaime Lara), Eduardo Berri (Christian), Matilde Bhor (Tita), Amelia Bacigalupe, Marjorie Gerrard, Carmen Nogueras, Horacio O’Carry, Paco Del Valle. Prod.: Alberto de Zavalía. 35mm. D.: 78’. Bn.
Scheda Film
Nel 1935, due registi, con i loro film d’esordio, hanno portato un tono diverso nel cinema argentino sonoro, allora votato al tango e alla comicità grossolana: Alberto de Zavalía con questo film e Luis Saslavsky con Crimen a las tres, che risulta perduto. Per le loro opere prime si sono associati in una casa di produzione che non sopravvisse agli insuccessi commerciali patiti dai film. Erano entrambi colti, di famiglia agiata, e una volta inseriti nell’industria avrebbero seguito itinerari diversi. De Zavalía, dotato di buon gusto e di senso della misura, ottenne i migliori risultati dirigendo quella che sarebbe divenuta sua moglie, la più bella attrice argentina del suo tempo: Delia Garcés, che il pubblico europeo conobbe grazie a El di Buñuel.
Il primo film di de Zavalía appare ancora audace nell’evocazione di un’atmosfera di cinefilia cosmopolita. Nonostante una narrazione assai impacciata e attori privi di smalto, è l’ombra dello Sternberg di Docks of New York e del Tay Garnett di Her Man, che anima qui una certa poesia degli ambienti portuali, con un marinaio sentimentale che ritorna da una prostituta che non ha mai dimenticato. Due sviluppi narrativi originali: la troupe di teatro che invita una coppia di sconosciuti a prender parte a una rappresentazione privata presso un pittoresco mecenate, e l’uomo che tradisce i propri sentimenti ritornando sulla nave in cui ad attenderlo c’è una donna ricca che lo mantiene.
Con le scenografie del pittore Raúl Soldi e la fotografia di John Alton (tra il 1933 e il 1939, l’ancora non mitico direttore della fotografia collaborò a diciotto film argentini prima di partire per Hollywood) Escala en la ciudad, a lungo considerato perduto, rimane una rara avis, divagazione stilè, sterile ma non priva di fascino, in rapporto al canone popolare che faceva la fortuna del cinema argentino dell’epoca.
Da: Fernando Martín Peña per concessione di Alberto González State.
Restaurato da Aprocinain, in collaborazione con Mar del Plata International Film Festival