Senza Paura, Senza Paragone: Le Donne Avventurose Nel Cinema Muto

Continua il viaggio alla scoperta dell’espressione femminile nel cinema muto. Dopo le pioniere italiane, dopo la “forza irresistibile” delle attrici comiche e delle suffragette (felicemente trasformata, grazie alla Cineteca di Bologna, in uno splendido DVD), torniamo a esplorare i percorsi della rappresentazione e della soggettività femminile per mettere a fuoco, questa volta, il motivo del coraggio e dell’avventura.

L’avventurosità delle donne era grande all’inizio del secolo scorso. Essendo da poco sfuggite al perimetro esclusivo delle mura domestiche e avendo appena conquistato la possibilità di muoversi nella sfera pubblica, le donne nuove di primo Novecento erano animate dalla più grande curiosità e da un fortissimo desiderio di autonomia ed esperienza. Accanto alla scoperta di nuove competenze e capacità produttive legate all’attività lavorativa, vi era la scoperta di impensate potenzialità del corpo, del piacere di muoversi, viaggiare, fare sport: insomma di una dimensione fisica della vita che fino a quel momento era stata ritenuta strettamente riservata agli uomini.

L’aspetto forse più sorprendente di questa mutazione è il modo in cui riverbera contemporaneamente su larga parte del globo, dall’Europa occidentale alla Russia, dagli Stati Uniti alla Cina (e infatti vorremmo includere spiritualmente nel programma: Red Heroine, uno dei tanti film d’azione al femminile girati nel periodo muto a Shanghai, improponibile quest’anno per mille motivi, ma senz’altro da candidare per una prossima edizione). Spie trasformiste e ladre sportive, amazzoni e acrobate, donne forti e forzute: il programma che presentiamo – realizzato grazie a un’esemplare collaborazione tra gruppi di lavoro del Dipartimento di Musica e Spettacolo e della Cineteca di Bologna, con il sostegno della rete Women and Film History International, nonché di Biblioteca delle Donne, Associazione Orlando e Circolo Alice Guy – offre un caleidoscopio di figurazioni della donna avventurosa d’inizio secolo come mai prima d’ora è stato possibile vedere: tutte immagini di una femminilità in movimento, in transizione dalle convenzioni del vecchio mondo alle promesse di una modernità ancora da inventare.

(Monica Dall’Asta)

Sezione a cura di Monica Dall’Asta e Mariann Lewinsky