IL PROGETTO NAPOLI/ITALIA E IL CINEMA DELL’EMIGRAZIONE. ITALIANI IN ARGENTINA 2012

La presenza degli italiani in Argentina nei primi anni del secolo scorso è un fenomeno dalla portata così vasta che non sorprende trovarne ampio riscontro nelle maglie della produzione cinematografica locale.

Una prima testimonianza ci arriva da La morte civile, recentissimo ed eccezionale ritrovamento nella collezione della famiglia Grasso. Il film, fino ad ora considerato perduto, ci mostra una preziosa testimonianza dell’attività cinematografica del celeberrimo attore teatrale Giovanni Grasso (Catania, 1873-1930), di cui spesso si ricorda l’interpretazione nel mitico Sperduti nel buio. L’attore parte nel 1907 per una prima tournée in Sud America, cui ne seguirà una seconda nel 1910, in entrambi i casi facendo tappa a Buenos Aires. Pare che proprio in questa occasione venga girato La morte civile per la regia di Mario Gallo, uno dei più noti registi argentini dell’epoca, italiano di nascita. La copia ritrovata, nitrato positivo 35mm, è priva di didascalie e incompleta nelle parti iniziale e finale; è stato quindi ripristinato il corretto ordine di montaggio e le lacune interne sono segnalate con fotogrammi neri.

Il secondo film in programma, Así cantaba Carlos Gardel, è costituito da una serie di canzoni (dieci sopravvissute su quindici girate) filmate tra l’ottobre e il novembre 1930 negli studi di Federico Valle, italiano di origini e pioniere della cinematografia argentina come Mario Gallo. Carlos Gardel, ancora oggi mito in- contrastato del tango argentino, si era già distinto come attore del cinema muto e, nel 1930, viene convinto dal regista e attore Eduardo Morera a interpretare se stesso in questo primo esperi- mento argentino di cinema con sonoro ottico. Quando nel 1931 i cortometraggi iniziano a comparire nei cartelloni cinematografici di Buenos Aires, Gardel è già oltreoceano e firma un contratto con la Paramount, per la quale gira ben sette musical. I cortometraggi intanto vengono proiettati indipendentemente l’uno dall’altro, fino a quando Gardel non scompare tragicamente in un incidente aereo in Colombia il 24 giugno 1935 e le canzoni filmate vengono riunificate in un unico prodotto. Comune a tutti i cortometraggi una struttura essenziale della ripresa: Gardel interpreta il suo ruolo come se fosse su un palcoscenico teatrale. L’unica eccezione allo schema è Viejo smoking, messa in scena vera e propria. Apre la serie di canzoni Padrino Pelao, in cui compare la figura del ‘Tano cabrero’, macchietta dell’italiano borbottone. Il tango, simbolo per antonomasia dell’Argentina, parla italiano.

Elena Correra

Programma a cura di Elena Correra