Quello che possiamo perdere

“Il Cinema Ritrovato ci ricorda che il cinema può andare perduto. Il gesto di cercare è una costruzione lunga, a volte faticosa, un’inclinazione che può durare tutta una vita. I gesti invece che portano a dimenticare e a perdere sono bruschi, veloci, scomposti. In un attimo ci rendiamo conto che qualcosa è andato perduto e solo allora ne avvertiamo un’acuta mancanza. Così accade con molte cose in Italia. Così sembra sempre sul punto di accadere con il cinema. L’inclinazione del cercatore mio padre, Luigi Comencini, l’ha avuta per tutta la vita. Diceva, ormai vecchio: ‘Quando penso al cinema mi viene in mente un bambino che cerca nella spazzatura e trova una biglia meravigliosa, allora corre dal padre e dice ‘guarda papà cosa ho trovato!!’. Questo è il cinema, mostra ciò che trova’. E, aggiungiamo noi, qui da Bologna, ciò che ritrova.
Questa volta abbiamo ritrovato te, papà. Cercatore paziente e ostinato, di film muti perduti, di personaggi fragili e invisibili, di lacrime trattenute e minutaglie della vita quotidiana, di fratture del paese, di bambini mai ascoltati, di fiabe contadine, di questa nostra Italia bella e sempre sul punto di perdersi, che hai raccontato come un umile cercatore spaesato, figlio di una madre svizzera tedesca e di un padre italiano costretti a emigrare in Francia, da fuoriuscito hai cercato sempre la tua patria e l’hai trovata nel cinema e ce l’hai restituita attraverso il cinema.
Quando penso alla tua attitudine di cercatore penso che tu abbia fatto questo mestiere con la pazienza e l’ostinazione di un agricoltore, che sa aspettare e sa raccogliere, sa rinunciare e sa combattere contro le intemperie per ogni singola pianta. Così ti vedo e ti immagino, cercatore contadino, chino su radici e terra, in cerca di fiabe dove la più grande magia si sprigiona dalla realtà solo ad avere la pazienza di guardarla a lungo. Hai seminato tanto e noi ti diciamo che quello che hai seminato germina ancora, nelle stagioni più fredde e in cui ne abbiamo più bisogno. Germina ancora per noi, come un fiore inaspettato in un campo o come la biglia meravigliosa che quel bambino trova nella spazzatura”.
Francesca Comencini, dal catalogo del festival; alla XXXIX edizione del Cinema Ritrovato, la sezione “Prima la vita! Il cinema di Luigi Comencini”.
Nell’immagine, un ritratto di Francesca Comencini (ph. Margherita Caprilli), ieri protagonista dell’incontro pre-festival al Modernissimo con il suo Il tempo che ci vuole.