HUGO FREGONESE, IL VAGABONDO

A cura di Dave Kehr e Ehsan Khoshbakht

L’argentino Hugo Fregonese (1908-87) passò da un paese all’altro con la stessa facilità con cui alcuni registi cambiavano studio cinematografico. Perfetta incarnazione del ‘vagabondo a cavallo’, come recita il titolo di un suo film, condusse una vita nomade e di nomadi e fughe parlò nei suoi film. La sua mancanza di radici e la sua irrequietezza si rispecchiarono spesso in protagonisti solitari ed errabondi, per scelta o perché costretti all’esilio e all’eterno vagare.
Nato da una famiglia di immigrati trevigiani, fu maestro del thriller poliziesco e di un western rude e vigoroso. La sua carriera, ingiustamente sottovalutata fino a sconfinare nell’oblio, abbracciò quattro decenni e diversi paesi di produzione – dalla natia Argentina agli Stati Uniti, dalla Spagna all’Italia, dal Regno Unito alla Germania Ovest.
Nei suoi film il mondo è spesso appeso a un filo – e le vite dei suoi eroi a un cappio. A livello visivo, Fregonese crea un senso di tensione e di asfissia attraverso composizioni basate su diagonali nette, in cui l’inclinazione di ripresa degli orizzonti e dei dettagli architettonici finisce per intersecarsi con le figure inquiete dei protagonisti, spillandoli come insetti da collezione. I suoi film, che in buona parte e per molti anni è stato impossibile vedere al cinema, sono concepiti come un accumularsi graduale di tensione che sfocia in conclusioni violente e vertiginose, anche se la violenza rimane principalmente emotiva.
Fregonese ha saputo intuire le possibilità drammatiche di personaggi maschili deboli o imperfetti, specie in contrasto con donne dolci, pazienti e amorevoli che offrono all’eroe l’opportunità di sistemarsi abbandonando i suoi inquieti vagabondaggi. Il più delle volte l’interludio romantico si rivela solo una breve tregua, o una possibilità destinata a restare dolorosamente inappagata. Per Fregonese, come attestano la sua vita e i suoi film, l’unico vero imperativo era continuare a muoversi, fino alla fine.
Il nome di Hugo Fregonese è spesso associato ai dieci film girati durante la sua permanenza quinquennale a Hollywood negli anni Cinquanta. Questa rassegna raccoglie alcuni dei migliori titoli di quel periodo accanto a film realizzati altrove. Ripercorrere la carriera del regista per comporre il programma è diventato una sorta di giro del mondo virtuale, che abbiamo potuto realizzare solo grazie al gentile sostegno di nove tra studios e cineteche. Questo omaggio è un passo verso il riconoscimento dell’importanza di Fregonese, e del suo cinema che esprime passioni e punti di vista dei personaggi unendo l’estetica dei film a basso costo al fatalismo, al mito e alla violenza brutale.

Dave Kehr e Ehsan Khoshbakht

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