Albert Samama Chikly, principe dei pionieri

Programma a cura di Aboubakar Sanogo, Cecilia Cenciarelli, Mariann Lewinsky e Ouissal Mejri

 

Questo è il primo omaggio ad Albert Samama Chikly, fotografo, pioniere della Settima Arte, tecnofilo, avventuriero, ciclista, artista poliedrico e libero, che ci riporta sulle sponde di un Mediterraneo centro propulsore di movimento e comunicazione e incontro tra molteplici e varie forme di pensiero, di sapere e di civiltà.
Dai meravigliosi scatti di Chikly, oggetto di una piccola esposizione in Salaborsa, emerge un profondo amore per il suo paese, la Tunisia, di cui ci mostra per la prima volta il profilo dall’alto di un pallone aerostatico (mentre forse non vedremo mai le sue riprese da un sottomarino), i lavori della campagna e della pesca, il mondo beduino del grande sud, la ricchezza di una città colonizzata ma fiorente, Tunisi. I suoi film rivelano un indiscusso talento e una chiara consapevolezza dell’enorme potenza del cinema nonché un pensiero moderno e libero che permette alla figlia Haydée di cimentarsi come attrice e come sceneggiatrice dei suoi film.
È un omaggio che nasce in continuità con un lavoro reale di ricerca e valorizzazione del patrimonio filmico del Paesi arabo-mediterranei intrapreso dalla Cineteca di Bologna a partire dagli anni Ottanta e confluito, negli anni Duemila, in un lavoro di ricerca e restauro del cinema africano (Harvest: 3000 Years, Al Momia, Touki Bouki, Borom Sarret, La Noire de… e Alyam Alyam, questi ultimi due presentati quest’anno nell’ambito del World Cinema Project).
Come in tutte le storie di avventura e scoperta che si rispettino, questo programma a più voci è anche il frutto di una serie di circostanze fortuite che indicavano un ‘destino bolognese’: l’incontro con Aboubakar Sanogo – al FESPACO di Ouagadougou e poi al Festival di Cartagine, due luoghi storici per la promozione dell’identità cinematografica africana – che ci ha parlato per la prima volta di Chikly; un misterioso carteggio in cui Bianca Ferrero, moglie italiana di Chikly, avrebbe accennato a un ‘museo bolognese’ al quale sarebbe stata donata tutta la sua apparecchiatura cinematografica; e ancora gli scambi con Ouissal Meijri, ricercatrice tunisina ‘naturalizzata bolognese’, che a Chikly ha dedicato molto tempo.
Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza l’apporto e la fiducia della famiglia Chikly, Djaouida Tamzali Vaughan e Paul Adrian Vaughan, custodi di questo prezioso patrimonio di fotografie, carte e film. Sono loro ad aver preservato, negli anni, l’opera di Chikly (e una parte rilevante della memoria collettiva tunisina e del Mediterraneo) e ad aver mosso i primi passi per una sua valorizzazione, realizzando una splendido volume fotografico (Samama Chikly, un tunisien à la rencontre du XXème siècle). Tutte le fotografie e i documenti in mostra provengono dalla loro collezione. Ci hanno inoltre affidato il restauro di un film di Samama Chikly, La Prise du ‘Carthage’, e di alcune vedute Lumière ritrovate nel suo lascito. A Djaouida e Paul dedichiamo il nostro programma ringraziandoli per la fiducia che hanno riposto in noi.

Gian Luca Farinelli e Cecilia Cenciarelli

Programma