17/04/2020

Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ domenica 19 aprile

Cinque anni fa il trionfo agli Oscar di Birdman di Alejandro G. Iñárritu, che apre la nostra prima serata. Dovrete poi scegliere tra le orge musicali (e deliranti) del Fellini di Prova d’orchestra (ultima partitura del grande Nino Rota) e quelle fuor di metafora dei Racconti immorali di Borowczyk. I mattinieri apriranno la giornata di lunedì con Jack Palance e la sua Legione dei dannati, mentre chi non vuole sottostare ad orari troverà sulle piattaforme La vita invisibile di Eurídice Gusmão  del brasiliano Karim Aïnouz.

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BIRDMAN (2014, 125 min) di Alejandro G. Iñárritu
[Rai 3, ore 21.20]

Il film di Alejandro G. Iñárritu ha fatto incetta di candidature all’Oscar, comprese quelle più ‘nobili’ per il miglior film, la regia, l’attore protagonista e la sceneggiatura. Dal regista di Babel e Amores Perros una black comedy che segue la vicenda di un attore (Michael Keaton), famoso per aver interpretato in passato un mitico supereroe, alle prese con le difficoltà della messa in scena di una commedia a Broadway. Nei giorni che precedono la serata della prima, l’uomo deve fare i conti con il suo io e tentare di recuperare la famiglia, la carriera e se stesso.

Approfondimenti

Una sequenza del film raccontata dallo stesso regista.

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PROVA D’ORCHESTRA (1979, 75 min) di Federico Fellini
[Rai Storia (canale 54), ore 22.45]

Che ritratto impietoso delle orchestre! Ma non se la saranno presa i maestri di musica, ben consapevoli che la vulcanica fantasia felliniana è irrefrenabile e – così come nel film la massa orchestrale – finisce sempre per esplodere. A modo suo, Prova d’orchestra è una dichiarazione d’amore per la musica, da parte di un Fellini che non a caso ha sempre affidato a uno dei migliori autori italiani del Novecento (anzi, uno dei migliori autori italiani tout court) le note, diventate inscindibili dalle immagini, dei suoi film, quel Nino Rota che firmerà proprio per Prova d’orchestra l’ultima colonna sonora per Fellini, prima della scomparsa nel 1979. Vertici e abissi dei professori d’orchestra in uno dei film più folli di Fellini, metafora politica di un mondo e di una società che sembrano sottostare alle stesse leggi gerarchiche dell’orchestra nelle mani del suo direttore.
(A.R.)

Approfondimenti

Fellini racconta il film.

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I RACCONTI IMMORALI DI BOROWCZYK (Contes immoraux, 1973, 103 min) di Walerian Borowczyk
[Cielo (canale 26), ore 23.15]

Negli anni ’70, segnati anche dalla liberazione sessuale, l’artista polacco poliforme Borowczyk provocò non soltanto il moralismo censorio ma anche l’ottimismo edonista: l’eros delle sue quattro storie è manipolatorio (La marea, da un racconto di de Mandiargues), onanistico (Thérèse philosophe), sanguinario ed efferato (Erzsébet Báthory), incestuoso e orgiastico (Lucrezia Borgia). 
I corpi nudi si muovono in una dimensione di cupa bellezza figurativa e claustrofobia, accentuata dall’incombere ossessivo di oggetti e feticci, sempre sotto il condizionamento visibile o invisibile dell’autorità altrui. Dopo quasi tre anni di anticamera in censura, uscì in Italia tagliato di 13′ (fu massacrato l’episodio di papa Borgia) e con un montaggio abusivo (l’aggiunta di sequenze di Une collection particulière dello stesso Borowczyk e un incongruo commento di Giuseppe Berto).
(R.C.) 

Approfondimenti

Tavola rotonda sul cinema di Walerian Borowczyk al Centre Pompidou (in francese); pagina informativa sul film in un sito dedicato a Walerian Borowczyk; documenti integrali della censura ministeriale italiana.

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Dalla mattina di lunedì 20 aprile

LA LEGIONE DEI DANNATI (1969, 93 min) di Umberto Lenzi
[Rai Storia (canale 54), ore 9.30]

Gli Alleati si preparano a sbarcare in Normandia. I nazisti ne sono consapevoli, ma non sanno con esattezza dove posizionarsi per controbattere. Una squadra speciale è incaricata di raggiungere le coste francesi per spostare l’attenzione dei tedeschi verso un obiettivo fittizio. La legione dei dannati costruisce la propria guerra lavorando su due filoni tipici del cinema di genere: la sporca dozzina chiamata a intraprendere una missione dai forti connotati suicidi; la testarda determinazione dell’uomo ossessionato dal desiderio di vendetta. Umberto Lenzi ci mette tutto il sapido mestiere che lo ha portato ad essere uno dei maestri del cinema di genere a basso budget degli anni ’60 e ’70. Jack Palance ci mette la faccia scolpita nella roccia. E tanto basti. (A.M.)

Approfondimenti

Intervista a un uomo d’azione.

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Dai cataloghi delle piattaforme online: 

LA VITA INVISIBILE DI EURIDICE GUSMAO (A vida invisível, 2019, 139 min) di Karim Aïnouz
[disponibile su Rakuten Tv, I-Tunes]

Karim Aïnouz è un regista brasiliano, ancora poco noto in Italia, ma attivo da quasi trent’anni tra arti visive e cinema, ha collaborato con i grandi musei d’arte contemporanea ed è stato premiato dai maggiori festival cinematografici internazionali. Con La vita invisibile di Euridice Gusmao (vincitore l’anno scorso a Cannes della sezione Un certain regard e censurato in Brasile) firma uno dei capolavori dei primi vent’anni di questo secolo. Tratto dal romanzo di Martha Batalha Eurídice Gusmão che sognava la rivoluzione, narra, con delicatezza, vigore e vertiginosa bellezza, l’appassionante storia di due sorelle che vivono l’una per l’altra, ma che saranno condannate dalla stupidità maschile a non aver alcun tipo di contatto. Guida ed Euridice, due personaggi non inferiori per ricchezza e profondità alle protagoniste de L’Amica geniale di Elena Ferrante, sono interpretate dalle stupefacenti Julia Stockler e Carol Duarte, che ci accompagnano in questo melodramma in cui tutto, ritmo, sguardi, musica, colori, fotografie, location, è perfetto. Due ore e venti minuti che vorremmo non finissero mai. 
(GL.F.)

Approfondimenti

Le recensioni di Emiliano Morreale, Roberto Manassero e Francesco Boille; il pressbook con note di regia e un’intervista a Karim Aïnouz; il film a “Hollywood Party”; un talk del regista al Toronto Film Festival; Aïnouz racconta una scena del film.

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Selezione titoli, commenti e approfondimenti a cura di Alessandro Cavazza, Roberto Chiesi, Gian Luca Farinelli, Andrea Meneghelli e Andrea Ravagnan.