VENICE, REINE DE L’ADRIATIQUE

Prod.: Gaumont 35mm. D.: 3′. Tricromia 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Classici opposti: alto e basso

Gli storici del cinema si aggiornano attraverso i film sulla cinematogra­fia della belle époque; nello scegliere una “visione panoptica” (A. Gaudreault), riescono a cogliere, all’interno del panorama sincronico della produzione culturale della belle époque, le immagini cinemato­grafiche nella loro “sequenza culturale” e a intrecciarle con la fotografia, il varietà, la pittura e la letteratura per ragazzi. Viceversa, la cine­matografia trasmette contenuti attuali, mode, immaginazione. Dell’annata filmica del 1907 salta all’occhio quanto la fame e la pover­tà siano realmente una presenza minacciosa nelle Scénes dramatiques (basti pensare a La lutte pour la vie e Le bagne desgosses); que­sti, gli spunti, che riguardano la prima parte del programma. In A Day in a Dog’s Home c’è un’immagine che si stampa come in una foto: l’anziana donna nel cortile del canile (dove la ricca signora viene in visita e si sceglie un cane).

Noi che viviamo immersi in una contemporaneità in cui i media si mescolano, dove quasi non esiste messinscena operistica che non creda di riuscire a fare a meno della proiezione di immagini in movi­mento sullo sfondo del palco, dove i più interessanti registi teatrali fanno ballare agli attori danze mute o gli fanno cantare a cappella, non saremmo un cattivo pubblico per la storica prima di gala nella Salle Charras di L’Assassinat du Duc de Guise del 17 novembre 1908. Era costruita su dei filmati di balli in stile greco (Le Secret de Myrto) in un poème musicale di Bérardi, da una “Serie Veneziana” di proiezioni d’immagini fisse autocrome accompagnate dalle musiche di Scarlatti e Monteverdi, dalla recitazione di una poesia di Rostand illustrata tra­mite una pantomima (filmata) e dai due film L’empreinte ou la main rouge (“Mimodrame cinématographique”) e L’assassinat du Duc de Guise (“Pièce cinématographique”), a loro volta accompagnati dalle composizioni originali. Entrambi i film sono incentrati sulla performan­ce del corpo. Accanto al mimo Gaston Séverin nel ruolo principale di Pierrot, le attrazioni di L’empreinte sono la Valse chaloupée delle star del varietà Mistinguette e Max Dearly (che con questo ballo-apache hanno fatto furore al Moulin Rouge a partire dal 27 luglio 1908) assie­me all’esibizione dell’artista danzatrice Stacia Napierkowska. La ten­sione e la coerenza di L’assassinat du Duc de Guise si basano sulla presenza imponente di Charles Le Bargy nei panni neri dell’attentato­re e su quella di Albert Lambert come vittima bianca; la qualità della performance ci è immediatamente chiara. Per fortuna gli storici di cinema hanno smesso di definire il valore di un film a base del nume­ro di inquadrature o dei movimenti della macchina da presa.

Mariann Lewinsky

Copia proveniente da