Underworld

Josef von Sternberg

Alt.: Paying the penalty; T. It.: il castigo / Le notti di Chicago; sog.: Ben Hecht; adatt.: charles furthman; scen.: robert n. Lee; f.: bert glennon; mo.: e.lloyd sheldon; scgf.: hans dreier; co.: travis banton; did.: george marion jr.; int.: george bancroft (bull weed), clive brook (rolls royce), evelyn brent (feathers), larry semon (slippy lewis), fred kohler (buck mulligan), helen lynch (fidanzata dibuck), jerry mandy (paloma), karl morse (high collar sam); prod.: a. Hector turnbull production, adolph zukor e jesse l. Lasky per paramount famous lasky corp.; prod. Ass.: b.p. Schulberg; pri. Pro.: new york, 20 agosto 1927 35mm. L.: 2239 m. D.: 97′ a 20 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Sternberg ricordava con orgoglio Underworld come il primo film che aveva costretto una sala cinematografica a rimanere aperta tutta la notte per via dell’affluenza di pubblico. Riconosciuto come capostipi­te del moderno gangster movie americano, Underworld è uno studio virtuosistico sul tempo, lo stile visivo ellittico e la narrazione priva di centro. George Bancroft, benché aristocratico della malavita, coniuga forza bruta e altruismo in uno dei tanti triangoli amorosi di Sternberg, qui formato dall’introspettivo e intellettuale clive brook e dalla pupa del gangster feathers (Evelyn Brent). Scrive Sternberg: “per giustificarne il nome, l’avevo ricoperta di piume. Le aveva perfino cucite sulla biancheria intima. Forse si sentiva a disagio, con quegli indumenti che le facevano il solletico”. Ben Hecht denunciò l’intervento di Sternberg sulla sceneggiatura del film, che comunque gli valse un oscar. “anche se il bambino deve andare scalzo quest’inverno, il tetto perde come un colabrodo e l’auto non ha più benzina, frugatevi bene nelle tasche e andate a vedere Underworld… È sicuramente uno dei film più significativi dell’anno e forse è il miglior melodramma gangster che si sia mai visto sugli schermi”. (“Los Angeles Times”, 27 agosto 1927)

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